Reports Osservativi

Osservazioni astronomiche visuali

sabato, agosto 29, 2009

Giove 28/08/09


Ieri sera ho osservato di nuovo Giove. Il seeing non era dei migliori. Per gran parte della notte bastava spostare il fuoco leggermente in extrafocale per vedere la corrente turbolenta di alta quota. Giove sembrava come visto attraverso la scia di scarico di un aereo. Mettendo a fuoco su Giove la corrente non si vedeva più ma l'immagine non era nitida. Anche in queste condizioni il diaframma da 10 cm non produceva alcun miglioramento. Anzi i dettagli che si vedevano erano comunque di meno.
Più tardi, quando Giove era alto, c'è stato un periodo migliore che è durato circa tre quarti d'ora. In questo periodo ho potuto ingrandire un po' di più (260x invece che 170x) e l'immagine restava abbastanza nitida. Ho trovato in rete questa foto, che è di poco posteriore al momento delle mie osservazioni. Nel complesso la foto rende abbastanza bene l'idea di che cosa fosse visibile. In realtà al telescopio l'immagine era incisa, ma era necessario fissare l'attenzione su una piccola area per volta. Alcuni particolari visibili in foto erano più evanescenti dal vero (in pratica nella zona equatoriale si intuiva solo che c'era qualche cosa di verde, ma non si vedevano i festoni della foto). Al contrario altri dettagli erano più marcati dal vero. Per esempio la piccola area scura sotto l'ovale era molto più evidente.
Ho segnato alcuni dei dettagli che erano visibili: oltre all'ovale un secondo ovale incerto (visto una sola volta), la STZ prima del polo, mentre nella NEB c'erano diverse zone con andamento inclinato (ne ho segnata una) e zone di un colore più chiaro. Accanto c'erano delle zone più chiare che sarebbero potuti sembrare degli ovali. Qua la foto non rende il contrasto della realtà. Diversi altri dettagli e divisioni (per esempiop nell'emisfero Nord) erano visibili ma non ho segnato tutto.

giovedì, agosto 27, 2009

Continuando a esplorare....


Ieri sono stato per la quarta volta alle Tre Cime di Lavaredo. Le previsioni meteo dicevano che si sarebbe aperto verso le 23, ma che ci sarebbero stati temporali e nuvole più a Sud. E così è stato. La foto panoramica (cliccare per ingrandire) è fatta alle 23.09, quando il cielo si stava aprendo. Come da previsioni a Sud sono rimasti temporali e nuvole, che erano visibili lungo la linea dell'orizzonte. Anche questa volta quindi non ho potuto vedere le vere pontenzialiutà di questo sito, ma ne ho avuto un assaggio, con la bella Via Lattea che scende all'orizzonte fra le nuvole. Kaus Australis, la stella più in basso della "teiera" nel momento della foto è a 5° di altezza (azimut 206°). Stimo che l'orizzonte in quella direzione si a circa 2° di altezza.
I picchi a Sud sono alti circa 7°. E' visibile theta-1 Sgr, che al momento della foto è alta 8°. (azimut 184°).
Verso Est l'orizzonte scende di nuovo. Se si esclude qualche picco l'orizzonte è in media su 2°-3° di altezza.
In questa occasione si vedono nuvole fino a circa 6-7° di altezza. Credo che siano nuvole sopra la pianura Padana o comunque a metà strada, e illuminate dalla pianura da sotto. Misurina è visibile a destra in basso, accompagnata da un alone di luce che è il faro dell'hotel che ho fotografato nel precedente articolo. Mi aspetto che sparendo nuvole e umidità il cielo diventi di gran lunga migliore fino alla linea dell'orizzonte. Quando spariva la nebbia su Misurina sparivano anche le luci del faro (però penso che sia uno dei casi a cui applicare subito la nuova legge regionale sull'IL).
Naturalmente se l'orizzonte Sud fosse coperto da montagne non ci sarebbe alcuna vista delle nuvole lontane. Ma sarebbe solo un modo per ignorare il problema. La pianura a Sud dista 140 km. A Sud Est 90. Ttto sommato la situazione non mi pare dissimile da quella media dei parchi americani, dove luci a 200 km producono bagliori lungo l'orizzonte come questi.

Quando finalmente si è aperto il cielo del tutto, allo zenit la Via Lattea era ben definita, il sacco di carbone del Nord nerissimo, e lo SQM misurava fra 21.55 e 21.60 (sulla Via Lattea). Non credo possa segnare di più, perchè quella è la luce della Via Lattea. Ho stimato una magnitudine visuale limite di circa 6.8, usando le stesse stelle di riferimento che ho detto in precedenza.
Verso il mattino si è vista la Luce zodiacale molto bene. Sembrava quasi inquinamento luminoso, ed era molto più luminosa della stessa Via Lattea. Inutile dire che non era colorata di giallo né era percepibile la presunta differenza di colore con la Via Lattea (bianca), come invece direbbe Bortle (non sono il primo a osservare che su questo punto della colorazione la scala di Bortle ha qualche imprecisione). La Via Lattea invernale appariva come una fascia chiara nel cielo. Sotto c'era una fascia sensibilmente più scura, circa in corrispondenza di Andromeda. Sotto ancora, in Toro, Ariete, Persci c'era di nuovo del chiaro. Dalla parte simmetrica del cielo, a Ovest, allontanadosi dalla Via Lattea il cielo era scuro come in Andromeda e ancora di più e nonc'er nessuna fascia luminosa corrispondente a Toro-Pesci.
L'orizzonte Sud era inquinato come detto, ma va detto che la foto è stata fatta con esposizone prolungata (30", 1600 ISO, F3,5) e non riflette la reale sensazione dal vivo. Infatti osservando il Sud non si riusciva a distingure le nuvole come in foto, ma solo un leggero chiarore. Men che meno si distingueva il colore delle nuvole. Le nuvole in alto, come quella che copre Giove, apparivano scure (anche se la foto mostra che sono debolmente illuminate). Si vedeva solo l'alone intorno a Giove.

Una cosa fantastica di questo sito è il seeing. Dopo l'esperienza delle due volte precedenti ho tenuto sotto controllo le previsioni del seeing di Meteoblue e ho potuto constatare che, mediamente, il seeing è circa due volte migliore di quello di pianura. Mi sembra che la cosa possa essere giustificata se si considera che il sito osservativo è sopra gli strati peggiori dell'atmosfera (non è in una conca come Casera Razzo). Fatto sta che ieri sera il seeing era eccellente.

Abbiamo osservato Giove. Si potevano usare anche ingrandimenti maggiori, ma ho voluto osservarlo a 260x, per godere di una immagine con uan finezza di dettagli e incisione che raramente ho avuto a casa. Per capirsi, ho potuto vedere il sorgere della Macchia Rossa. Se ne vedeva "mezza" al'orizzonte! Non solo: la macchia aveva il suo colore, la SEB un altro colore ben definito, e la zona che separa la SEB dalla macchia (perfettamente risolta) un altro colore ancora. La NEB si risolveva in particolari ciascuno dei quali aveva una tonalità di colore propria e diversa dagli altri. Certo non siamo rimasti là tanto a guardareb Giove, perchè eravamo andati per fare deep sky; ma non c'è dubbio che questo sia anche un sito per fare alta risoluzione.
Visto che sono in tema di pianeti, menziono l'osservazione di Urano, di cui abbiamo visto tre satelliti, e di Nettuno (un satellite). Prima di partire abbiamo anche visto un Marte di 6", che mostrava la fase, calotte e qualche dettaglio sulla superficie (ma era disturbato sul bordo di una delle Tre Cime).

Per passare agli oggetti Deep Sky: ero partito con una lista abbastanza lunga, con diversi oggetti esotici, ma poi le "trattative" con Marco (che aveva la sua lista) hanno condotto a un compromesso.

Un oggetto che voglio menzionare subito, anche se lo abbiamo osservato a metà nottata, è NGC 6946. L'ho voluta osservare apposta per controllare ancora una volta il livello di dettaglio visibile. Potevo vedere le spirali, e potevo anche intuire diversi nodi di stelle lungo le spirali. Non credo di averla mai vista così bene. Il nucleo era cosa a sé: più luminoso e fine. Infine si poteva percepire l'intero alone debole della galassia. La abbiamo osservata un po' a tutti gli ingrandimenti ma il meglio è venuto fuori a 170x con il Pentax 10.5 e a 260x con il Nagler 7. Il fatto che la galassia fosse nel punto più buio del cielo, e il seing hanno giocato a favore. In particolare il seeing ha permesso di usare ingrandimenti elevati pur mantenendo l'immagine contrastata. Le stelle (quelle sufficientemente deboli) andavano a fuoco nel centro del campo facendo un puntino e un lampo. Peccato che il bordo non sia altrettanto corretto in un Newton. Ho desiderato una Paracorr!

Un secono oggetto su cui il seeing è stato fondamentale è stata la nebulosa planetaria NGC 6886. La nebulosa ha un diametro di qualche secondo d'arco ed è riportata come di aspetto stellare, ma a 260x, mettendo a fuoco, le altre stelle formavano la capocchia di spillo, mentre lei restava sempre sfocata. A fuoco si potevano percepire le stelle puntiformi e la nebulosa come una pallina sfumata.

Abell 43. Una nebuolsa planeatria che abbiamo potuto vedere sui 130x (meglio con il filtro). A me è sembrato di percepire un rinforzo dell'anello.
Osservato anche IC1295, con il globulare vicino 6712. Non sono sicuro di aver visto la piccola planetaria in mezzo ai due (PN G25.3-4.6), che del resto non si vede nemmeno in questa foto.
Osservata anche la planetaria 6818, e la nebulosa oscura Barnard 150 (vicino a NGC6946), di cui ho visto il nodulo più grosso a 86x, ma non ho seguito (per fretta non abbiamo cambiato oculare) la parte filamentosa.
Senza successo il tentativo di individuare vdB 149, Sh2-136, vdB 152, ma forse più per disorganizzazione e per fretta (non erano nella lista di Marco che premeva per passare oltre!).
NGC 7023, osservatra come un chiarore con qualche corrugamento attorno alla stella centrale.
Osservate anche le due Gaassie NGC 7332-7339, che apparivano forse un po' più deboli che in questa foto.
Infine della mia lista si sono salvate alcune Abell. La 45, la 61, la 71 e la 72... solo che ora non mi ricordo più quali fossero visibili e quali no! Dalla prossima volta scrivo tutto, dovessi anche osservare solo 20 oggetti invece che fare la maratona per osservarne 70.

Della Lista di Marco, abbiamo fatto:
NGC 6384, di cui ho perceptio un allungamento e "qualche cosa" di spiraleggiante. In realtà a me sembrava una barrata con un anello. NGC6572 (no comment). La Galassia di Barnard (vagamente visibile a 86x, quasi sparita a 56x (purtroppo abbiamo osservato diversi oggetti nella parte sfavorevole di cielo). NGC6907, 7184 (no comment). NGC 6886, di cui ho detto sopra.
Abbiamo osservato in Volpetta gli ammassi aperti e la nebulosità 6820, 6830 e 6823. La nebulosità era vagamente percepibile passando davanti all'occhio un filtro UHC mentre si osservava con l'oculare di 32 mm (56x). Sempre in Volpetta la 6813.
Infine NGC 6842 (no comment).

Questa sessione osservativa, più di altre, mi ha però convinto che occorre limitare il numero di oggetti in lista, e, soprattutto, occorre osservarli bene e senza fretta, prendendo subito appunti e magari facendo anche dei disegni. Altrimenti rest solo l'elenco di che cosa si è visto ma non si ricorda come lo si è visto.

domenica, agosto 23, 2009

Ancora alle Tre Cime di Lavaredo.


Cassiopea e Perseo sorgono dietro una delle Tre Cime, alle 00,54 del 23 agosto 2009. La montagna in primo piano è debolemte illuminata da un'auto che stava arrivando, altrimenti sarebbe stata nera come quella sullo sfondo.
Sono tornato per la terza volta qua, per capire meglio la qualità di questo sito osservativo. Nemmeno questa volta le condizioni sono state ideali: nel pomeriggio era passato un fronte temporalesco e, sebbene le Tre Cime fossero ormai sotto il cielo sereno, verso Sud si potevano vedere ancora le nuvole e il temporale allontanarsi. Le nuvole sono state visibili per tutta la notte anche quando erano sopra la pianura e le condizioni non sono state mai perfette. Tuttavia questa volta ho potuto capire molte cose.
La prima è che Misurina e Auronzo hanno un effetto limitatissimo sul sito osservativo, se le condizioni climatiche locali sono buone. Le due volte precedenti le luci diffuse di Misurina erano dovute a nebbiolina e umidità che si estendevano fino alla altezza del luogo di osservazione. Questa volta la situazione meteo locale era buona: non c'era umidità, vento a tratti sostenuto e temperatura di 5°C. Misurina e Auronzo erano finalmente ridimensionate a poche luci nel buio delle rispettive valli e non producevano aloni che si estendessero sopra l'orizzonte.
Invece, più lontano, la situazione era ben diversa. Da quassù la vista spazia molto lontano, e in alcune direzioni l'orizzonte è negativo (specie verso il Friuli dove la linea di vista passa grossomodo sopra il cielo di Casera Razzo e sopra montagne di circa 2200 metri, che sono meno alte della quota di osservazione). Le nuvole sopra la pianura fiulana (a 100 km di distanza!), che erano in vista, apparivano illuminate dal basso. Se l'orizzonte fosse stato nascosto non si sarebbero viste, ma la luce che proviene da là avrebbe comunque potutto illuminare il cielo del luogo di osservazione sopra di noi (è quello che succede a Casera Razzo e in parte al Peralba, dove l'orizzonte non si vede, ma da là arriva la luce che illumina il cielo).
Da qua almeno si vedeva il colpevole. Ho fatto fatto foto panoramiche in diversi momenti della notte. A mano a mano che le nuvole si allontanavano la situazine migliorava, ma è rimasto sempre un certo grado di luminosità della atmosfera sopra la pianura. Ho individuato con facilità Udine, la pianura Veneta, Cortina, il Trentino e l'Alto Adige.
La quantità di luce che arriva dalla pianura, (da 100 km di Udine a 150-200 km del resto della pianura) non è molta. Lo zenit, e questa è una buona notizia, era 21.60 sul Cigno! E questo in una situazione in cui i cieli della pianura brillavano probabilmente più del normale. Sono quasi sicuro che sopra Casera Razzo nello stesso momento volasse molta più luce del solito e che il cielo fosse dunque sotto la media. Qua anche in condizioni sotto la media il cielo si salva. Ma non è perfetto purtroppo: il maggiore difetto è che tutto l'arco dell'orizzonte Sud non è perfettamente buio. Non dà molto fastidio, ma non si può vedere l'airglow a Sud e il contrasto si abbassa. Parlo di una fascia di una decina di gradi sopra l'orizzonte. Più su la situazione diventa buona rapidamente.
Costellazioni come il Capricorno sembravano "alte". Ho visto il Pesce Australe; la Teiera che affondava nei monti. C'era un po' di estinzione verso l'orizzonte. Penso che fosse l'altra faccia della medaglia delle cattive condizioni meteo a Sud. Alle 2.37 la stella Iota Piscis Austrinis (Mv 4.34) era visibile ad una altezza di 8°, e non era certo il limite. Theta, mv 5.01, era altrettanto evidente, alla altezza di 10°. Se assumo grossolanamente che l'intensità di queste stelle fosse simile alle stelle di mv 6 allo zenith, posso stimare l'estinzione in circa 1-1.5 magnitudini a 8-10°. Poichè a questa altezza la linea di vista attraversa circa 5-7 volte lo spessore di atmosfera allo zenit, ne consegue una stima indicativa di estinzione zenitale pari a 0.17-0.25 magnitudini, che potrebbe essere vero per un sito a 2400 metri. Ma non è detto che la trasparenza in direzione Sud fosse la stessa che allo zenit.
Allo zenit ho stimato la mv limite in 6.8 (le stelle di 6.80 in Pegaso e 6.73 in Ercole, che ho citato in precedenti report erano visibili in distolta con una certa continuità). L'unica cosa un po' stonata è stata la visibilità di M33 a occhio nudo, che non mi è sembrata eccelsa.

Questa volta abbiamo scelto per le osservazioni il piazzale più alto. Eravamo io e Tommaso con il mio 40 cm: Mirko non ci ha raggiunti perchè al momento di caricare il telescopio in macchina si è rotta una vite del sostegno del secondario.
La scelta del sito alto consente di vedere anche il sorgere delle costllazioni ad Est (abbiamo potuto vedere la luce zodiacale). Purtroppo sembra che questo piazzale sia preferito anche dagli appassionati di scalate, che non hanno fatto altro che arrivare allla spicciolata durante la prima parte della notte. Il comportamento tipico era quello di arrivare nel piazzale, restare un bel po' di tempo per decidere su quale spazio parcheggiare (ce ne erano talmente tanti che evidentemente era difficiel scegliere). Qualcuno faceva diverse manovere cambiando posto, ovviamente a fari accesi. Poi seguiva la fase della preparazione dellla attrezzatura e finalmente si spegnevano le luci... giusto in tempo per il successivo arrivo. Penso che per loro sia imprtante essere in prima fila (qualcuno aveva messo perfino gli scarponi in fila sotto la macchina pronti per l'uso) per essere pronti a "scattare" al sorgere del Sole (la congettura è che ci sia una specie di "gara non dichiarata a chi arriva primo"). Alcuni si erano perfino piazzati alla base della roccia, sopra il ghiaione e dormivano in parete. "Dormivano" mi sembra esgerato visto che ogni spesso accendevano le luci, e non penso abbiano riposato bene.
Noi abbiamo cercato di fare poco rumore. Mi immagino però che pensassero che eravamo dei pazzi a osservare il cielo. Una cosa è certa: ci sono più appassionati scalatori che astrofili. O meglio: astrofili che vanno a osservare il cielo in posti come quello. Astrofili che "non possono muoversi" e che osservano da cieli improponibili sia come buio sia come seeing ce ne sono. Non mi risulta però che si siano apassionati della montagna che "non possono muoversi" e che fanno la scalata della tromba delle scale.

Passiamo alla lista degli oggetti osservati. Cito quelle della mia lista. Tommaso ne ha puntati anche altri, specie mentre facevo i panorami.
NGC6946 è stata una delle migliori visioni di sempre di questo oggetto. Le spirali erano visibili: non marcatissime come quelle di M51 ma comunque visibili e non solo intuibili. A me è sembrato anche di vedere alcuni grumi di luce nelle spirali. L'alone esterno delle galassia c'era, e si poteva notare che il cielo, oltre una certa distanza diventava più buio (quasi che ci fosse una nebulosa oscura attorno). Il nucleo era evidente e staccato dal resto della galassia. Ancora un pop' di buio e trasparenza e diametro equesto oggetto dovrebbe diventare spettacolare.
Ci siamo poi spostati su IC1369 e la vicina nebulosa oscura LDN 970 (Barnard 361); NGC7048 era un dischetto ben visibile; NGC7008; NGC6818; La Helix (secondo Tommaso una delle visioni migliori di sempre, io non ne sono sicuro). Ho osservato Barnard 143 e 142 nel binocolo 15x70.
Siamo poi andati sulla Bubble Nebula, osservandola a diversi ingrandimenti. Era possibile vedere bene, intorno a 170x, la parte più intensa del'arco e la parte più intensa della nebulosità come in questa foto.
Del quintetto di Stephan abbiamo visto forse anche la sesta. La mv limite al telescopio era 16.1 (forse 16.6) a 360x. La IC1296, vicino a M57 era intuibile a ingrandimenti intorno a 260x.
Abbiamo osservato una manciata di Arp e la Jones 1, che a dire il vero a me è sembrata meno incisa che a Sivella. Abbiamo osservato M27 a ingrandimento sostenuto e mi è perso di vedere dettagli al'interno del manubrio e delle orecchie. M76, invece, oltre al solito manubrio, mostrava a 360x un alone esterno molto tenue.
Tutto sommato gran parte degli oggetti era visibile meglio del solito, con diverse eccezioni. Ho sicuramente dimenticato diverse cose.
Il seeing era buono, anche se non paragonabiole a quello di giovedì scorso. Le definizione, anche grazie al sistema di estrazione dello strato limite era buona anche sugli oggetti del deep sky, e questo forse ha aiutato a intuire i dettagli tipo le irregolarità nelle spirali di NGC6946 o i dettagli dentro M27.

sabato, agosto 22, 2009

Giove 19/08/09


Osservazioni di Giove la sera del 19 Agosto. C'era da provare il nuovo sistema di estrazione dello strato limite, di cui farò un articolo a parte. Il sistema funziona aspirando l'aria dalla cassa dello specchio. Davanti allo specchio c'è un diaframma di apertura pari allo specchio stesso, in modo che l'unico ingresso per l'aria sia una corona circolare formata lungo il bordo dello specchio e del diaframma. In questo modo l'aria è aspirata da tutta la circonferenza dello specchio, e si "estrae" lo strato limite. Questo era il primo test serio ed è andato meglio delle aspettative. Lo strato limite viene continuamente rimosso e l'immagine è simile a quella che si ha nei primi minuti dopo un energico raffreddamento frontale. Però qua il processo è continuo, si osserva da subito e la qualità permane (mentre i raffreddamenti frontali devono essere ripetuti ciclicamente).

Mi sono così potuto concentrare sul pianeta. A 245x l'immagine era subito nitida. Non ho dovuto fare la solita "scalata". Avrebbe anche potuto accettare ingrandimenti maggiori, ma mi sono accorto che il numero di dettagli che riuscivo a vedere era superiore a quelli che riuscivo a disegnare. Perciò ho deciso di limitare l'ingrandimento a 245x, nel tentativo di facilitare l'opera di disegno (questi sono il mio terzo e quarto disegno di Giove). Ho avuto diverse difficoltà sia a localizzare correttamente i particolari che disegnavo (dopo che li avevo disegnati mi accorgevo che non li avevo messi nel posto giusto o alla scala giusta). I disegni sono quindi un po' distorti. L'altra difficoltà è che non riuscivo a disegnare tutti i dettagli. Dopo che avevo disegnato un particolare, riguardandolo mi accorgevo che non sarebbe stato proprio fatto così.

Comunque sia questo è il risultato. Il Primo disegno è stato fatto alle 20.45 TU. La zona polare Sud (in alto) mostrava chiaramente la divisione con la SSTeZ (per la nomenclatura mi riferisco a questo http://stars5.netfirms.com/jupnom.jpg ). Nella SSTeZ c'erano delle aree più scure e in particolare un ovalino bianco seguito da un'area più scura. Devo anche dire che il giorno seguente, alle Tre Cime, ho potuto vedere Giove ancora meglio, e la stessa zona polare si risolveva in dettgli e lineette più fini. La STeZ era visibile, in particolare con alcuni "rinforzi". La SEB si presentava generalmente divisa in tre. Alle Tre Cime si risolveva in una fitta tessitura indisegnabile e indescrivibile (per me).
Ho poi fissato l'attenzione sulla NEB (saltando la zona equatoriale) perchè mostrava interessanti ondulazioni. Un primo punto interessante è a sinistra nel disegno, dove la NEB si restringeva quasi a un punto. Da là partiva un sottile festone da una parte e ondulazioni dalla parte opposta La prima di queste sembrava estendersi con un o sbuffo fino a toccare la NTeB. Alle Tre Cime il girono dopo questa zona era incredibile: la struttura della NEB si risolveva in una miriade di sbuffi, riccioli e altro e ognuno aveva una tonalità di colore diversa, dal marrioncino al grigiastro al verdastro! La seconda e la terza ondulazione erano circa della stessa dimensione della prima, mentre la quarta si ampliava. In corrispondenza delle ondualzioni dalla parte opposta c'erano altrettanti pennacchi, ma il secondo e terzo non apparivano sottili come il primo. Avevano piuttosto l'aspetto di zampe di gallina.
Nel secondo disegno ho cercato di ridisegnare il pianeta per vedere se riuscivo a farlo meglio, ma non mi sembra di esserci riuscito. A parte la rotazine, i dettagli sono gli stessi e le differenze sono da attribuire alla mia "precisione" di disegno.

venerdì, agosto 21, 2009

Ritorno alle Tre Cime di Lavaredo


Ieri sono ritornato alle Tre Cime di Lavaredo, dove ero già stato nel settembre 2008. Quella volta avevo trovato molta foschia e un po' di inquinamento luminoso da Misurina.
Ieri, inizialmente, le Tre Cime non erano in programma, ma le previsioni meteo indicavano qualche rischio sia su Casera Razzo, sia sul Peralba (dove addiritttura era previsto un temporale verso le 23). Ormai eravamo intenzionati ad uscire. Fede e Wide, da Verona e Trento erano partiti per fare il percorso via Bolzano, val Pusteria, Dobbiaco, Misurina, Auronzo, per poi giungere al Peralba o a Casera Razzo. Quando ho saputo che sarebbero passati per Misurina ho controllato le previsioni meteo per la zona, che sono risultate le migliori.
E così è stato che sono tornato là. C'erano diversi motivi per tornare: per prima cosa l'orizzonte, che alle Tre Cime è il migliore: solo pochi gradi sopra quello geometrico, come si può vedere nella foto panoramica (fatta all'inizio di luglio quando c'ero stato per altri motivi). In secondo luogo, lo studio dell'inquinamento luminoso del Peralba, di Casera Razzo, e di Casera Sivella, mi ha convinto che rispetto alle mappe di Cinzano, gli schermi delle montagne contano molto, e che i tre siti sopra sono esposti al Friuli (i primi due) oppure hanno centri abitati troppo vicini (il terzo). Le Tre Cime sono molto più protette rispetto alla pianura. Per esempio a Sud c'è il massiccio della Marmarole, di 3000 metri di altezza, che non ostruisce l'orizzonte solo perchè il sito di osservazione è a 2400 metri di altezza. Anche Cortina è ben schermata. Resta, è vero, il "difetto" di Misurina, in linea di vista, e di Auronzo (in linea di vista dal Rifugio ma più lontano). Tuttavia, nella prima visita alle Tre Cime c'era molta umidità, e quindi ho pensato che in condiziuoni migliori questi due "difetti" potrebbero essere trascurabili rispetto, per esempio, a quelli degli altri siti citati. In altre parole mi è sembrato opportuno visitare di nuovo il sito, per vedere come fosse in condizioni meteo migliori.

Purtroppo il meteo non è stato "migliore". C'erano nuvole e velature, ma per fortuna eravamo al livello delle nuvole più alte e gran parte del cielo era visibile. Insomma: la situazione era simile alla volta precedente. Le velature e nuvole sopra Misurina erano illuminate. Durante la notte mi sono spostato sul versante di Auronzo e c'era un "mare" di velature sottostanti, illuminate dal basso da Auronzo. Certo, se fossero state nuvole più spesse, le luci di Auronzo e Misurina sarebbero state nascoste, ma erano sottili e quindi lattescenti.
Abbiamo fatto però la considerazione che, tutto sommato, era andata bene, perchè eravamo in gran parte sopra le nuvole e potevamo osservare il cielo, anche se l'appuntamento con condizioni ideali era rinviato. Là "sotto" doveva essere peggio, e di sicuro "là sotto" c'era sia il sito del Peralba sia il sito di Casera Razzo.

Un'altra cosa che abbiamo notato era che il seeing era buono. In un certo senso eravamo sopra la parte più cattiva di atmosfera, con le nuvole e la turbolenza maggiore sotto di noi. Casera Razzo, invece, è spesso nella scia del monte Tudaio e raramente il seeing è buono.
Così abbiamo osservato (anche) Giove. Si poteva tranquillamente spingere con gli ingrandimenti e, nonostante ciò, l'immagine era ricca di dettagli. Abbiamo così avuto l'occasione di confrontare tre diversi telescopi sul planetario (sembra folle fare high-res in un sito per deep sky, ma in realtà, se il seeing è buoon anche il deep ci guadagna e non poco). Per fare la storia breve ne è venuta fuori l'ennesima smentita della leggenda che vuole che i piccoli rifrattori siano più adatti dei grandi riflettori per fare planetario visuale. C'era un NP101, che ha potuto lavorare a 270x! Il mio 40 cm avrebbe potuto usare ingrandimenti maggiori, ma sono stato a 260x. Il 30 cm riflettore di Andrea è stato su ingrandimenti analoghi.
L'immagine era indubitabilmente più ricca di particolari nei due riflettori, nonostante il seeing, che secondo le leggende astrofilo-rifrattoristiche dovrebbe impedire a strumenti oltre 10-15 cm di esprimersi e dovrebbe vedere vincente il piccolo rifrattore. Non è stato così: nel rifrattore c'erano anche meno colori. I dettagli eran meno evidenti e meno contrastati. In qualche caso era ancora possibile, avendo visto qualche cosa nel grande, ritrovarlo con più difficoltà nel 10 cm. C'era un piccolo ovale bianco su cui ci siamo fissati, che era ben visibile nel 40 cm ma invisibile nel 10 cm. Il 30 cm di Andrea, con specchio sottile, era ben acclimatato. Nel mio caso ho usato il sistema di aspirazione dello strato limite che descriverò a breve.
Una cosa che ho notato è che Fede, abituato al rifrattore, guardando l'immagine luminosa nel 40 cm ha detto che era troppo luminosa. Per me il contrario: l'immagine nel 10 cm era troppo scura. Evidentemente ci si deve abituare. Mettendo il diaframma eccentrico di 10 cm sul mio, l'immagine era del tutto simile a quella del rifrattore (confermando fatti teorici ovvi - per chi li conosce).

Ho anche fatto lo star test allo Skywatcher 30 cm. Che dire: nessuna aberrazione sferica, un'ottima correzione del bordo e solo qualche segno di forzatura (un lembo "schiacciatlo") che però non comprometteva il risultato. Sono sicuro che Andrea allenterà i fermi dello specchio... Ah dimenticavo: i "fringe violetti"! Sfuocavao avanti e indietro per stanarli ma niente da fare. E' proprio uno specchio apocromatico!

Ritornando allla valutazione del sito, se l'orizzonte è buono, se la quota è tale che spesso si sta sopra la turbolenza, se spesso si sta pure fuori delle nuvole (e si salva la serata) la cosa che manca è vedere che cosa succede con il meteo giusto. Ritorneremo.

La qualità del buio era buona. Con il Cigno allo zenit abbiamo misurato (sulla Via Lattea) fra 21.50 e 21.60 (in media 21.55). Più tardi, con il Cigno un po' spostato, le letture oscillavano da 21.60 a 21.72. E' possibile che questo sito senza umidità e nuvole sia ancora migliore? Probabile.
La trasparenza non era il massimo, perchè evidentemente c'era qualche velatura. Alcune nuvole che arrivavano da Nord apparivano scure contro il fondo del cielo (solo le nuvole sopra Misurina e Auronzo erano lattescenti). L'inquinamento luminoso di Cortina mi è sembrato poca cosa, anche al confronto con quell per esempio di Santo Stefano visto da Sivella. Dato che c'erano nuvole non ho fatto però le solite foto panoramiche.
Ho rivisto la stellina di 6.73 in Ercole, mentre in Pegaso ho visto la HD 219310 (mv 6.34) quasi in diretta e, a tratti, le HD 219487 (mv 6.57) e HD 219418 (mv 6.80). Verso Sud il cielo si scuriva e/o si sbiadiva a seconda che prevalessero di volta in volta le nuvole luminescenti di Misurina o che queste fossero coperte da nuvole più scure. M31 era visibile a occhio nudo con la sua struttura (si vedeva il nucleo e l'alone). M33 era "diffcile". Dato che il buio c'era si trattava probailmente di estinzione sopra la norma.

I parcheggi, in questa stagione, sono utilizzati dagli escursionisti che dormono la notte prima della scalata. C'erano diverse macchine con gente che dormiva. Quando siamo arrivati noi un inglese stava montando un piccola tenda. "Montando" si fa per dire, perchè era del tipo che si sviluppa da sola buttandola per terra. Dopo un po' si è avvicinato dicendoci che "non potevamo stare là" perchè lui (essendo in vacanza) doveva dormire per fare la scalata il giorno dopo. Qualcuno di noi (credo Wide) gli ha risposto che noi (essendo in vacanza) dovevamo guardare il cielo per dormire felici il girono dopo. Pretendeva che smontassimo gli strumenti e ce ne andassimo, ma alla fine ha preso la tenda e ha cambiato posto. Più tardi è arrivato un camper: altri scalatori. Hanno manovrato per qualche minuto (evidentemente c'era troppo spazio e non riuscivano a decidere in che punto fermarsi, in più avranno pensato di aiutarci con i fari a vedere in tutto quel buio che c'era). In tutto l'enorme piazzale hanno deciso di mettersi relativcamente vicino a noi! Hanno poi acceso varie luci e sono andati avanti un bel pezzo a rigirare la attrezzatura. Alla fine hanno spento e si sono messi a dormire. Quando è stata la nostra ora di partire abbiamo ricambiato la gentilezza accendendo varie luci in modo che non si sentissero soli nel buio e abbiamo scacciato gli spiriti maligni con rito orientale.
Scherzi a parte, la convivenza con questo tipo di "utenti" della montagna mi sembra problematica. Per fortuna che finito Agosto il problema non si pone più in questi termini. Ah... c'erano due che dormivano nel sacco a pel sotto le stelle senza tenda per terra accanto alla macchina!

Ho provato gli Ethos! Per la maggior parte del tempo ho usato l'ethos 10, a 183x. Ho avuto qualche problema a mandare a fuoco quelli più corti (il 6 non c'era verso). Ho usato anche il 17 a 107x e quasi un grado di campo. Begli oculari, ma ripensandoci non sono molto adatti a un Newton F4,5 che non ha un bordo corretto (è un po' uno spreco).
Fede ha usato l'NP 101 per la maggior parte del tempo a bassi ingrandimenti (tipo Pan 24 mm a 22.5x, o Ethos 10 a 54x) facendo gandi carrelalte della Via Lattea e degli oggetti immersi nel loro habitat. La correzione al bordo in questo caso paga e ha senso stare su oculari a grande campo. Ricordo la Swan nebula con la sua forma a cigno capovolto nel mezzo della Via Lattea, e il Velo tutto intero, compreso il triangolo di Pickering.
Abbiamo osservato diversi oggetti "classici". Fra questi M31 nell'Ethos 17 mostrava le bande oscure come non mai. M13 si risolveva nel NP 101, nel senso che, anche se molto deboli, garn parte delle stelline che danno a M13 la forma tentacolare erano visibili. Qua Fede ha spint gli ingrandimenti.
M22 nel 40 cm, con Ethos 10. Si vedevano anche diverse densità di stelle sullo sfondo della Via Lattea a sinistra e destra del globulare (in azimut). Osservato il sestetto di Seyfert, di cui si vedevano un paio di galassiette. La planetaria NGC6742 di mv 15 in Drago appariva come un bel dischetto. Ho visto anche Nettuno come un pallino blu e il satellite Oberon. Marco ha osservato anche Urano. Una M27 con filtri di vario tipo nella quale mi è parso per la prima volta di vedere diverse gradazioni e qualche struttura sia nel manubrio sian nelle orecchie (forse il seeing?). Ho cercato di convincere gli altri che le orecchie sembrano rosse e il manubrio sembra verde (i colori giusti sono il contrario ma chi la descrive colorata la descrive a colri invertiti) ma non c'è stato niente da fare. Andrea diceva che era tutta verde.

La lista è ovviamente più lunga ma queste sono le cose che mi hanno più impressionato.

Al ritorno ci siamo fermati a fotografare questo fulgido esempio di inquinamento luminoso. Da solo questo edificio disturbava più che l'intera Misurina. Con la nuova legge regionale sull'inquinamento luminoso penso che dovrà spegnere quei fari. Penso proprio che segnalerò la situazione.

mercoledì, agosto 19, 2009

Casera Sivella.


Era da tanto che questo luogo era nella lista da esplorare. Ci siamo stati ieri, e dico subito che, seppure buono, non è stato alla altezza delle (grandi) aspettative.
Si sale a Sivella da Sega Digon, in Comelico, per una strada in parte asfaltata e in parte di buon sterrato. Lungo la strada, si attarversavano nuvole di strane farfalle... mi ricordava una puntata di X-files nella quale strani insetti nel bosco di notte aggredivano i malcapitati. Ad un certo punto c'è pure un cancello con un cartello che invita a richiuderlo per non far scappare le mucche (la strada è aperta al traffico ma ha un cancello!). A Sivella la strada diventa una mulattiera chiusa al traffico e c'è un piccolissimo spiazzo. Un cartello avverte: "mucche libere, parcheggiate a vostro rischio e pericolo". Un sacco di insetti mi hanno punto: speriamo che non fossero le farfalle di X-files. Due sono rimaste in macchina e le ho riportate a casa.

Le aspettative non sono state mantenute. Il luogo non è male in assoluto, ma non mi sembra decisamente meglio di altri, come speravo. E' molto chiuso. A Sud l'orizzonte è a 20° di altezza. A Sud Est è più basso ma è la direzione più inquinata da Santo Stefano di Cadore (ho fatto le foto panoramiche e farò poi una analisi come quella del Peralba). Allo Zeinth lo SQM indicava 21.57. Questa volta lo strumento era molto ripetibile oscillando da 21.55 a 21.59. La temperatura era mite (13°) e forse questo ha influito sulla ripetibilità. Va detto che allo Zenith c'era il Cigno e io misuravo 21.57 sul Cigno! Quindi il numero andrebbe in qalche modo interpretato. Non ho idea di quanto dovrebbe indicare lo SQM in un cielo perfetto sul Cigno, ma di certo non 21.90. In queste condizioni non si sa nemmeno bene distinguere fra la luce naturale e quella artificiale. Mi spiego: 21.57 potrebbe derivare da una atmosfera molto trasparente e poco IL (ed essere in gran parte luce naurale) oppure da una atmosfera con maggiore estinzione a cui si sovrappone più IL. E' chiaro che le due situazioni sono diverse. La foto (cliccare per ingrandire) è stata presa dopo mezzanotte sul Cigno (EOS 1000D, 18-55 @ 18 mm, 1600 ISO, F3,5, 30" - Elaborazione flat sintetico de software Cnon, temperatura di colore 4600 °K, correzione della distorsione dell'obbiettivo). Il Contrasto fra aree chiare e scure è simile a quello di una analoga foto fatta al Peralba (le confronterò meglio) e superiore al contrasto di un'aktra foto simile fatta a maggio a Casera Razzo. Va però detto che a CR a maggio il Cigno era molto basso. Visualmente la Via Lattea appariva molto contrastata e piena di noduli scuri (un po' come in foto). Ho fatto una valutazione della mv limite in Ercole. La stellina HD 155179 (mv 6.73) era visibile in distolta. HD 154431 (mv 6.09) in diretta.M33 era visibile in distolta.

Il guaio di questo luogo è che è separato dal Comelico da un solo crinale. Abbiamo visto le nuvole sopra la valle oltre il crinale debolmente illuminate. L'IL viene da vicino, o meglio il luogo è troppo vicino a piccoli centri.

Ho provato il mio nuovo sistema di aspirazione dello strato limite (di cui farò un articolo a parte) e funziona. Tommaso era all'oculare mentre lo attaccavo e staccavo e osservava il ribollire sullo specchio in intrafocale che andava e veniva. Il "coso" rimedia finalmente il problema del mio specchio grosso e della scatola poco ventilata. Il dobson di Tommaso si raffreddava lentamente, ma per la prima volta il mio era in vantaggio. Dal foro di scarico usciva aria tiepida (così mi è sembrato) e il sistema era più che sufficiente a controllare lo strato limite nonostante i quasi 15° di salto termico.

Il seeing era buono e Tommaso si è messo a osservare Giove (200x ma reggeva anche di più). Gli ho detto che non poteva farlo con il dobson e che avrebbe dovuto usare un rifrattore da 10 cm per be note legg(ende) astrofile. Non posso riferire la risposta. Potrei descrivere i dettagli che si vedevano, simili al mio articolo di qualche giorno fa, le bande risolte, un paio di festoni, il tutto coloratissimo. Invece in perfetto stile report della collana "la leggenda del rifrattore" vi dico solo che l'immagine era "commovente" (e tanto dovrebbe bastare a capire no?). Ad un certo punto l'ho inquadrato anche nel mio dobson e la commozione è raddoppiata. A momenti ci prende un coccolone e cominciamo a piangere.

Passando a cose più serie Tommaso ha tirato fuori qualche Arp. Non mi ricordo più il numero ma erano due galassiette a squadretta attaccate per le spirali. La IC 1296, vicino a M57 era visibile a fatica (mv limite al telescopio 16.1).

La cosa più bella della serata è stata PK 104-29.1 (Jones 1). Era intuibile a 86x senza filtri e si è rivelata con i filtri UHC e OIII. Prendendo a riferimento la foto del link i due archi più luminosi erano ben staccati dal resto della nebulosa, che comunque era tutta visibile. Diverse stelline si vedevano già con il filtro. Sono salito a 130x e 170x e poi ho anche levato il filtro per vedere meglio le stelline. A 130x e 170x la nebulosa era visibile anche senza il filtro e, rispetto alla foto, 5 delle 6 stelle centrali erano visibili. A volte basta un solo oggetto per fare grande una serata.

A noi è dovuto bastare perchè verso l'una e mezza il figlio di Tommaso, che si era unito a noi e a cui avevamo fatto da guida nel cielo, non ce la faceva più. Tommaso ha deciso di rientrare, e io non me la sono sentita di restare in un posto del genere, temendo l'attacco delle farfalle di X-files.
Durante il ritorno ho aperto io il cancello della strada e ho guardato in alto. C'erano le chiome degli alberi nerissime e, nei varchi, si vedeva una spettacolare Via Lattea. Ho pensato che stesse per arrivare ET.

Linosa 2009

Anche quest’anno, il 12°, ho trascorso le mie vacanze marittime a Linosa, minuscola isola vulcanica, sorellina minore di Lampedusa, al centro del Mediterraneo
http://www.trekportal.it/coelestis/s...ghlight=Linosa
http://visualreports.blogspot.com/20...nosa-2007.html
http://visualreports.blogspot.com/20...-continua.html
http://visualreports.blogspot.com/20...nosa-2008.html
dove il mare e la terra sono spettacolari e dove il cielo è sereno 100% del tempo ed è buio come quello di una volta (SQM ≥ 21.70). Ho portato con me anche quest’anno il fido small-dob, un 6” da viaggio leggerissimo e completamente smontabile
http://www.trekportal.it/coelestis/s...68&postcount=1
Il programma osservativo contemplava… beh, una premessa: Linosa per me vuol dire Sagittario, perché a Verona, con l’inquinamento della pianura Padana, è inguardabile mentre lì… tra l’altro grazie alla latitudine di 35.50°N è più alto sull’orizzonte di 10°. E il Sagittario è principe dei globulari e delle planetarie, oltre che delle nebulose tra le più belle, degli ammassi galattici, degli addensamenti della via lattea. Nel corso degli anni li ho osservati ripetutamente, noti e meno noti, e riportati nei precedenti report. Dunque il programma osservativo attuale doveva comprendere alcuni specifici oggetti, la maggior parte (ma non tutti) mai da me osservati prima, situati in varie aree di Sagittario e dintorni,
1-i globulari ad E del corpo dello Scorpione
2-zona della pipa e a S
3-zona di M22 e a N fino a M24
4-il beccuccio della teiera
5-il fondo della teiera
6-varie e divagazioni

Sono arrivato in aereo a Lampedusa sabato 18 luglio ma il mare forza 6-7 bloccava i collegamenti con Linosa, dove sono arrivato solo lunedì mattina 20 luglio. La luna mi ha consentito di osservare fino al lunedì successivo; le condizioni meteo eccezionali di cui dicevo prima, mi hanno permesso di osservare tutte le sere. Per non essere uno zombie il giorno dopo (Linosa ha anche un mare splendido e io e mia moglie passiamo la giornata in mare, a fare snorkeling) mi sono limitato a osservare un poco per sera, dalla fine del crepuscolo fino alle 24.00-1.00. Ogni sera salivo sulla terrazza sopra la casa, piazzavo sul bordo il laptop, per terra il materassino in neoprene sul quale il dob ruota benissimo senza bisogno di alcuna base; quest’anno ho regalato a smalldob un Televue Plossl 32mm ed ho montato il cercatore 6x30 oltre al pointer Televue. Ho dovuto aggiungere un altro metro e ½ di catena per bilanciare (già ne avevo un metro). Lo star hopping è stato quindi molto più agevole. Presenterò qui le osservazioni senza differenziare le notti, per non complicare. Ho già descritto nei report degli anni scorsi cosa si vede ad occhio nudo.
Prima uscita, punto l’SQM allo zenit (qui è Ercole) e mi schizza a 21.85! L’inizio è buono. Con il passare del tempo si stabilizza anche termicamente e mi fornisce letture attorno a 21.75, mai scende sotto 21.70, salvo una sera o due di scirocco quando mi fornisce valori di 21.60-21.65.
Veniamo alle aree osservative:


1. i globulari ad E del corpo dello Scorpione: l'immagine sottostante è di 3° x 3°


Prima di accingermi, do' un'occhiata a 6144, globulare attiguo ad Antares la cui osservazione è disturbata dalla luminosità della stella. E poi un'occhiata anche al 6441, attiguo a SAO 209318.
M19 e 62 sono due globulari non super, ma luminosi e compatti; gli altri NGC che osservo in sequenza sono alquanto più piccoli, ma agevoli, perché luminosi e compatti pure loro. Si tratta del 6293, il 6316 e 6304. Il fondo cielo è fitto di stelle e presenta delle marezzature date dalle nebulose oscure B244 e B256.






2. zona ‘Pipa’ in prossimità della 51 dell'Ofiuco (zona già esplorata nel 2007):
qui reincontro una affascinante planetaria, la Little Ghost Nebula (NGC 6369: anche questa osservata nel 2007) che sembra galleggiare nel ‘fumo’ della Pipa.
Eccola in un'immagine di repertorio che certo non corrisponde all'esplorazione visuale.
Ora mi accingo a tornare ad un oggetto che mi era sfuggito precedentemente, un globulare evanescente, HP 1, cioè ‘Haute Provence 1’, scoperto da Dufay, di quell’osservatorio, nel 1954. Ha un diametro di 8’ e una m di 11.59. Devo dire che mi sono accinto senza molte speranze, ed invece sono riuscito a vederlo senza dubbi. Un oggetto che consiglio di inserire nelle liste personali.














Ecco una foto a grande campo (3° x 3°); la planetaria è l'oggetto al centro


3. zona di M22 e a N fino a M24.
Parto dalla 22, Kaus Borealis, dirigo su M 22, che è sempre un bel vedere, poi su M 28 che è il punto di partenza per NGC 6629, una planetaria di dimensioni stellari, ma assai luminosa. Appare infatti come una stellina di m 10.50, ma l’UHC la rivela.
Non lontano c’è un’altra planetaria di dimensioni stellari, la 6644, situata tra Kaus Borealis e M 22, ma assai prossima alla stella. Le mie note alla prima osservazione recitano: ‘assolutamente indistinguibile da una stella; vista? Mah’. Ci ritorno una sera successiva e l’UHC me la conferma.










Poco lontano una vecchia conoscenza, il piccolo globulare 6638. E adesso un balzo verso N di 5° alla ricerca di un’altra planetaria, la NGC 6578 è segnata dalla freccia nella figura grande sottostante (6° x 6°).
M22 a sinistra; M28 a destra, in basso; la freccia indica NGC 6578 PN.



L’immagine dettagliata qui sotto individua la PN in centro. In prima serata annoto: ‘dubbia, vicino ad un asterismo debolissimo di 12,70 (triangolo di stelle visibile nell’immagine a fianco); a destra stella certa Tyco 6273-01124-1 mag VT: 11.30.’

Il campo però non è ancora esaurito; ritornando in prossimità di M 22 troviamo due altre planetarie accessibili: la NGC 6629 (0.3'x 0.2')
e la IC 4732 stellare; sì confermo, stellare, ma leggermente sfumata; vista con 11mm a e UHC che me la conferma perché appare della stessa intensità delle due stelle vicine, invece molto più luminose senza filtro; lo star hop non è difficile da M22;

sulla strada un piccolo globulare, NGC 6642
.


4. Il beccuccio della teiera:
è questo il clou delle mie osservazioni, almeno nelle intenzioni del programma iniziale.


Partendo dalla punta del beccuccio della teiera, la 10 del Sagittario, Nash, incontro subito due vecchie conoscenze, due globulari, il 6522 e il 6528. Poi muovo decisamente allo stupendo complesso NGC 6520, ammasso aperto e l’attigua nebulosa oscura Barnard (B) 86 (immagine a sinistra 15’ x 15’): una macchia d’inchiostro con attiguo un gioiellino di stella. Mi metto subito alla ricerca del vicino globulare NGC 6540, famoso per essere uno dei due oggetti più difficili della lista Herschel 400, e che mi era sfuggito anno dopo anno per motivazioni diverse. Non è agevolissimo, ma visibile in diretta alla base di un asterismo a forma di piramide. La foto Dss non rende l’idea: all’osservazione è più agevole di quanto l’immagine non lasci pensare. Posso dire, dopo anni, ‘visione compiuta’.

Nell’immagine grande vi è una visione d’insieme (90’ x 90’): il 6540 è al centro; gli altri due oggetti a metà altezza, presso il bordo destro.

Non lontano una planetaria che vale la pena cercare, la IC 4673 che, come si vede dall’immagine seguente, è ben più che stellare, nulla di che, molto debole, ma bellina.
Dalla parte opposta del complesso 6520/40 B86 una vecchia conoscenza, la 6565, un po’ più piccola della precedente, rotonda, praticamente stellare, confermata nella posizione attesa con l'UHC. Quest’ultima è la capofila di un nutrito gruppo di planetarie attigue, tutte Pk e ahimè al di là delle possibilità dello strumento.

5. il fondo della teiera
È sede di tre globulari di Messier: M69, 70 e 54, oltre all’NGC 6652, piccolo ma compatto e sufficientemente brillante. Ma poco più a sud un planetaria merita una visita: è la IC 4776, stellare, ma confermata dall’UHC.


6. Varie e divagazioni
Naturalmente nell’arco di una settimana ho anche divagato dal programma di partenza: ho fatto una carrellata sugli spettacolari Messier della zona, sui quali non dico nulla perché non aggiungerei alcunché a quanto io stesso ho riportato gli anni scorsi, e tanti altri hanno scritto molto meglio di me.
Ho esplorato la zona dell’Ofiuco / Testa del Serpente, rivedendo per esempio la IC 4634.
E poi intestardendomi a cercare IC 1257, un globulare che il catalogo NGC dà per dubbio, ma poi “identified as distant globular cluster in 1996” recita Cartes du Ciel. Fatto sta che non sono assolutamente riuscito a vederlo. Nel frattempo ho esplorato in lungo e in largo i dintorni di SAO 141665, punto di partenza per lo star hop a M 14 e interessante per il vicino globulare poco concentrato che la stella contribuisce con la sua luce a rendere più difficile da individuare.
E poi c’è la bellissima coppia, globulare (6440) planetaria (6445) che ho già descritto nel 2007, illustrando la descrizione con la bellissima foto di Christensen (vedi reportr 2007). Per lo star hop parto da M 23. Nel 20 mm ci stanno tutti e due; aumentando a 140x sulla planetaria noto solo che è allungata, anche se non riesco a cogliere la bilobatura. Non ho parlato finora delle emozioni, tante e forti, sempre. Il buio è totale: non vi sono luci a vista, se non la tenue periodica luce del piccolo faro dietro il monte; il rumore del mare, a volte un semplice fruscio, altre volte un rombo impetuoso; il verso stridulo e piagnucoloso di qualche Berta, un uccello marino della famiglia degli albatros tipico dell’isola. E i profumi della macchia mediterranea. La notte di avvolge come all’inizio dei tempi, la natura è assoluta. Il cielo è quello di quando ero bambino, solcato da frequenti meteore sporadiche, e da qualche bolide. La via lattea divide veramente il cielo in due e corre da mare a mare. Poi è sorta la luna e addio profondo cielo, ma ha portato il suo fascino alla scena. Al tramonto aperitivo alla Pozzolana di Ponente, dove il raggio verde quest’anno non si è fatto desiderare troppo: ne ho visti 4 o 5. Vi aspetto a Linosa l’anno prossimo. Lorenzo