Reports Osservativi

Osservazioni astronomiche visuali

lunedì, agosto 11, 2008

Osservazioni da Linosa 2008

Il soggiorno

Quest'anno ho trascorso a Linosa il periodo dal 19 luglio al 3 agosto: assai opportunamente posizionato rispetto il ciclo lunare. A causa di imprevisti dell’ultima ora però sono arrivato senza un adeguato programma osservativo, se non Pal 9 e 8 più Terzan 7, suggeritomi da Paolo 'dato che c'ero'. Ho portato il laptop, ma le giornate al mare di giorno (snorkeling nelle splendide acque dell'isola) e impegni di mia moglie che la obbligavano a lavorare al computer la sera, hanno ristretto le mie osservazioni agli oggetti elencati e a pochi altri, di cui ho costruito lo star-hop a mano, con patetiche cartine, come ai vecchi tempi. Oppure sono andato a memoria, cosa che mi diverte assai, lo ammetto.

L’isola:

Linosa ha almeno 80 miglia nautiche (140 Km) di mare aperto da tutti i lati se si eccettua Lampedusa a sud-ovest, a 27 miglia (50 Km). A nord-ovest (comunque a 80 miglia) c’è Malta, di cui in una serata umida per lo scirocco, ho visto l’inquinamento luminoso sotto forma di una cupola di luminescenza all’orizzonte del mare. A nord-est, Pantelleria, ma lì certamente l’inquinamento è molto modesto. L’isola di Linosa ha una superficie di 5 Km quadrati, un villaggio di 300 anime, ed un numero di turisti che solo in agosto supera il migliaio. La casa in cui alloggio è dall’altro lato dell’isola, a circa un Km dal paese, dal quale è separata dal crinale che unisce due dei tre vulcani spenti, che raggiungono i 200m di altezza. Specie nella prima settimana è capitato per più sere che non ci fosse una luce a vista: solo un esile luminescenza sopra il paese e quella intermittente proveniente dal piccolo faro, pure nascosto dalla montagna. L’illuminazione pubblica è rudimentale e limitata al paese. Ho visto un lampione con lampada originale bruciata e sostituita da un bulbo ad incandescenza da 150W! Hanno montato 6 nuovi lampioni in un lontano approdo di emergenza per la bettolina, e sono splendidi, con cappello completamente oscurante verso il cielo.

Il cielo

Arrivando in aereo si sorvola l’isola in fase avvicinamento, circa 10’ prima dell’atterraggio a Lampedusa. Suppongo l’aereo si trovi a circa 3000m di quota a quel punto. Il giorno dell’arrivo, un giorno caldo e umido, la foschia percepibile arriva a quella quota. Nei giorni successivi, come d'abitudine, per la maggior parte del tempo soffia il maestrale, che contribuisce a mantenere il cielo piuttosto azzurro e trasparente. La giornata più limpida è giovedì 24 luglio, dopo due giorni di maestrale soffia una brezza fresca che ripulisce l’aria tanto che durante giorno si vede Lampedusa disegnata perfettamente, ad un passo: una condizione rara, per ammissione stessa degli isolani. Al tramonto osservo il migliore raggio verde a mia memoria, naturalmente ad occhio nudo e visto due volte con la tecnica dell’accovacciarsi e poi alzarsi in piedi. Il raggio verde è notato da tutti i presenti sul molo: gli appassionati del tramonto. (Le serate successive sono tutte inferiori, ma poi neanche di tanto, con SQM sempre superiore a 21,70 al di fuori della via lattea. Solo una serata è umida, addirittura con nubi passanti. Ne approfitto per godermi uno splendido transito di Ganimede (lunedì 28 luglio, ore 22:30)

Inizio ad osservare alle 22: SQM ripetutamente su 21,78 puntando allo zenit (Ercole), 21,69 puntando sulla via lattea del Cigno. E quella stella (SAO 8462) in Orsa Minore mag 6,02 ben visibile in diretta mi assicura che siamo a magnitudine limite almeno 6. Quando nelle sere successive la luna ha ritarda a levarsi, conto le stelle nel quadrato di Pegaso: sono circa una ventina. Questo mi conferma che si è sopra mag 6 (13 stelle), ma ben al di sotto di mag 6,5 (31-37 stelle). La mancata preparazione, citata prima, mi ha impedito di utilizzare le aree standard per tale valutazione: ricordo a memoria questo sistema del quadrato di Pegaso, che ho trovato tempo fa su S&T.

La via lattea arriva ad essere visibile fino a circa 15° sull’orizzonte; ha un aspetto delicato, vaporoso, ma è ben strutturata e, soprattutto, grazie alla latitudine di 36° nord ed al cielo buio sino all’orizzonte, condizioni irripetibili congiuntamente nei siti del nord, mostra in tutto il suo splendore il centro galattico. La regione del Sagittario è impressionante; la nebulosa pipa si coglie agevolmente e l’addensamento che dal Cigno va verso Ofiuco, a Est e quello in corrispondenza del corpo dello Scorpione, contribuiscono a disegnare il rigonfiamento centrale che da alla nostra via lattea quell’aspetto da ‘galassia di taglio’ che ci stupisce nei mosaici fotografici. Sono visibili ad occhio nudo: M6 e M7 ovviamente; M13 e M5; M8 e M20; M24. Anche M15, ma la prossimità delle stelle stelle che notoriamente lo incorniciano mi lascia un po’ perplesso che sia solo lui a mostrarsi. Non vedo invece M4 e M22: troppo bassi. Bortle: beh, non sono mancate in lista le perplessità su tale classificazione, che io condivido. Linosa potrebbe essere di classe 3, ma certamente la magnitudine stellare limite è inferiore a 6,5 e M33, sinceramente, non l’ho mai vista con certezza. Però non vi è segno di inquinamento luminoso da nessuna parte lungo l’orizzonte e le nuvole sono immancabilmente nere, se si eccettua una fettina di orizzonte lato paese, dove comunque rimane debolissimo.

Al tele osservo prevalentemente con il Plossl Televue da 20mm che sul mio dob 6” f8 mi dà 60x. Effettuo una carrellata di Messier e NGC di Ofiuco, Serpente, Scorpione, Sagittario, Scudo. mi dedico agli oggetti prossimi a stelle luminose, e quindi critici: NGC 6144. globulare poco concentrato prossimo ad Antares: facile (ma dalle prealpi veronesi non riesco di solito a vederlo con il 50cm a causa dell’inquinamento della pianura padana); NGC 6441, assai prossimo a SAO 209318, mag 3,19, nella coda dello Scorpione, un oggetto più evanescente, incorniciato da stelline, visto nettamente (dai nostri siti al nord, meglio lasciar perdere); NGC 6366, globulare accanto a SAO 141665 che è la stella in Ofiuco di partenza per individuare M14 (maestoso). Anche questo un globulare poco concentrato e che nei nostri cieli mi ha regolarmente snobbato con un 25cm.

A questo punto mi dedico a rintracciare qualche coppia di oggetti diversi osservabili nello stesso campo: sono appassionanti. Nello Scudo, 2° ad est di M26 c’è un globulare piccolo ma luminoso, NGC 6712, con accanto (20’ circa a sud-est) una planetaria IC 1295 evanescente. Ho l’impressione d’intuirla, il filtro UHC la conferma. Nel Sagittario, 2° e ½ o poco più proprio diritto a nord di gamma (il beccuccio della teiera) vi è un adorabile duo: un ammasso aperto piccolo e compatto NGC 6520 che aggetta su di una piccola nebulosa oscura (Barnard 86). In zona, poco a sud-ovest di M 23 ci sarebbe un’altra accoppiata affascinante: il globulare NGC 6440 e la planetaria 6445, che ho già descritto in passato. Ma a memoria non li trovo. Un’occhiata a M 51, non si colgono le spire, ma le estremità esterne di queste disegnano nettamente un anello attorno al nucleo. Un’occhiata anche alla Velo Sia la porzione sottile in corrispondenza della 52 del Cigno, NGC 6960, che ancora di più la NGC 6992/5 sono visibili nettamente senza filtro.

Pal 9. Lo star-hop è facile: Pal 9 e contiguo a nu 2 del Sagittario, una stella di 5° che ora, fatalità, ha Giove a un grado e ½ a est. Il pianeta, di mag -2,7 sembra disturbare la visione notturna! Pal 9 è ancora più facile del previsto, perché è molto concentrato e quindi ben visibile nonostante la vicina stella.

Pal 8. l’oggetto si trova prolungando di circa tre volte il segmento che unisce la 39 con la 37 del Sagittario, ma nel raggio di mezzo un grado non vi è alcuna stella di luminosità superiore alla 9^-10^. Comunque dando tempo al tempo ci arrivo: sì, è molto più impegnativo di Pal 9, ma lo vedo con certezza, in visione diretta.

Terzan 7. lo star-hop parte dalle stelle epsilon e gamma della Corona australe, nota anche come ‘cucchiaino’ (se il Sagittario è la teiera…). Penso di riscaldarmi con NGC 6723 che è in prossimità delle due stelle. Questo si rivela un ‘gigante’ e quindi mi riscalda assai. Completo lo star hop senza troppe difficoltà, individuo le due stelle brillanti della mappa che sono rispettivamente SAO 211134 quella di sinistra, mag 8,5 e SAO 211141, quella di destra, mag 8,3 e poi la stella cerchiata di destra della immagine allegata (è di 11^: TYCO 7431-02173-1) e intravedo a tratti quella cerchiata di sinistra che è di 13^ (GSC7431. 2041). Quest’ultima stella, che visualizzo a tratti con il 20mm, più stabilmente con l’11mm, stabilisce un po’ la magnitudine limite del mio strumento sotto questo cielo (potrei andare oltre con le tecniche di massima assuefazione al buio, ma non ho pazienza). Dove dovrebbe esserci il globulare, stando al planetario, non vedo nulla e non sapendo cosa aspettarmi di vedere, in quanto non ho scaricato alcuna immagine StSCI, chiudo bottega rinviando a tempi migliori, cioè alla sera successiva, dopo aver scaricato l’immagine StSCI. Infatti, a tratti si materializza quello che mi attendo di vedere: lo darei visualizzato 1-2 volte su 10. E’ questo il risultato che molti visualisti contestano (ho ricevuto anche dei rimbrotti piuttosto veementi in proposito).

Lo strumento:

Anche quest’anno ho portato il mio dob 6” superleggero; un metro di catena acquistata al ferramenta del villaggio ha bilanciato e stabilizzato lo strumento a meraviglia. Non c’è bisogno della base rotante: basta appoggiarlo sulla stuoia in neoprene che utilizziamo sugli scogli di giorno. Per semplicità e leggerezza il mio dob non ha un focheggiatore, ma solo un portaoculari in fibra con una vite in nylon per tenere fermo l’oculare: trattandosi di un f8 il fuoco non è critico. Come puntatore ho montato il leggerissimo pointer Televue. Il cercatore 6x30 Vixen rimane in borsa. Come oculari ho portato il 20mm, l’11mm e l’8mm Plossl Televue, che considero dei piccoli (e leggerissimi: a tutto vantaggio del bilanciamento del mio leggerissimo dob) gioiellini. È vero, ho avuto nostalgia degli 80° dei Nagler che ho lasciato a casa (per il peso), ma di tanto in tanto non va male tenersi allenati con campi minori, se l’ottica è buona. Ho portato anche un 5mm Takahashi, per accorgermi sul posto soltanto che non andava a fuoco con il mio… non-focheggiatore.