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Osservazioni astronomiche visuali

lunedì, ottobre 12, 2009

Oggetti australi: galassie

Namibia 20/26 aprile 2009, quarta parte


(Puntata 1: descrizione generale)
(Puntata 2: ammassi stellari)
(Puntata 3: nebulose)

Concludo finalmente il resoconto delle osservazioni del cielo australe. In quest’ultima puntata si parla di galassie, comprese ovviamente le mitiche Nubi di Magellano.
Ovviamente non elencherò una a una tutte le singole galassie osservate, perché sono veramente tante, ma descriverò quelle più importanti e i principali raggruppamenti o ammassi.
Inizio con la parte di cielo situata a nord della Via Lattea, dove regna la costellazione dell’Idra. Finalmente sono riuscito a vedere NGC 3109, che mi era sfuggita in precedenza a Casera Razzo perché calava sempre dietro la montagna cinque minuti prima che provassi a puntarla! Si tratta di una galassia irregolare allungata grande circa 17’, ed è la più periferica del nostro gruppo locale. Andando verso est si trova la splendida spirale NGC 3621, costituita da un nucleo grande e luminoso come M81 ma bracci più irregolari e un alone esterno molto debole.
Poi ci sono due belle galassie di taglio, NGC 3717 e 3936, le ellittiche NGC 3885, 3923, 3904, e infine la regina di questa costellazione: la Girandola del Sud, alias M83. E’ molto difficile descrivere come si vede se è alta nel cielo, l’abbiamo ammirata per bene confrontandola anche con entrambi i Dobson. Già nel 25 cm le spirali erano molto facili e mostravano diversi dettagli, nel 50 poi...
Sempre nell’Idra, c’è anche un bel gruppo capitanato da NGC 5078 ma non l’ho guardato in questa occasione. Mi sono invece spostato brevemente più a nord per osservare il mio miglior Sombrero (M104) di sempre e anche le famose Antenne nel Corvo (NGC 4038/4039). Di queste ultime non si vedevano i debolissimi bracci ma i nuclei presentavano alcuni dettagli.
E veniamo alla Macchina Pneumatica, costellazione anonima e di difficile individuazione, ma che al suo interno contiene una miriade incalcolabile di galassie! La più grande è NGC 2997, una magnifica spirale vista quasi di faccia con bracci molto luminosi e che ha poco da invidiare alla più famosa girandola di prima. Anche la declinazione è più o meno la stessa di M83 per cui, con un po’ di fatica, è osservabile anche dall’Italia.
Poi c’è un ammasso spettacolare, leggermente più basso (-35°) ma comunque abbordabile dal nostro meridione. Se non sbaglio è il terzo più grande del cielo dopo Vergine e Fornace, e le sue componenti principali sono NGC 3258/3268/3271/3281 eccetera. C’è da perdersi letteralmente dentro e io col mezzo metro e un campo di 50’ vedevo una dozzina di galassie alla volta, una scena indimenticabile!
Poi ci sono altri gruppetti simpatici come NGC 3095/3100/3108, NGC 3113/3137/3175, NGC 3223/3224, NGC 3347/3354/3358. In tutto in questa costellazione ho segnato ben 36 galassie!
E poi viene il Centauro. Inutile dire che NGC 5128, alias Centaurus A, fosse uno dei target principali di questa spedizione, in quanto è una galassia unica nel suo genere e non ne esiste nessun'altra che ci somigli neanche lontanamente. In parole povere, rivoluziona totalmente il concetto di "banda nera"! Questa caratteristica che divide in due il pallone luminoso è già facilmente visibile nell’80 mm a bassi ingrandimenti, e poi nelle grosse aperture si stacca completamente dallo sfondo e presenta una leggera biforcazione a ‘Y’, con una stellina proprio sopra il punto di separazione!
Si è rivelata invece un po’ deludente NGC 4945, perché nonostante sia un gigantesco lumacone di 18’, è molto debole e praticamente priva di dettagli. Mi aspettavo una copia in grande di M98, con tanti chiaro-scuri, e invece è poco più che una macchia diafana. Non si può dire che sia brutta, ma viste le fotografie e le ottime condizioni osservative in cui mi sarei trovato, mi aspettavo di più. Nei suoi pressi si trovano anche NGC 4945A e la ellittica NGC 4976.
Segnalo NGC 5102, che potremmo chiamare "Fantasma di iota centauri" per la vicinanza alla stella in questione, il che la rende analoga ad NGC 404 in Andromeda (e per caso è anch’essa ellittica!).
Poi ho osservato qualche galassietta sempre nell’area di Cen A e omega cen, mentre non ho avuto il tempo di guardarne altre nella zona nord-ovest al confine con l’Idra.
Concludo questa prima parte con tre galassie a spirale nel Lupo: NGC 5530, 5643 e IC 4402, rispettivamente di 3/4, di faccia e di taglio.

A questo punto scavalchiamo il piano galattico e ci trasferiamo nella costellazione della Fornace, dal destino simile a quello della Macchina Pneumatica: insignificante come asterismo ma fenomenale dal punto di vista degli oggetti al suo interno. Anche se ad aprile si vedeva molto bassa in prima serata, sono riuscito ugualmente a darle qualche occhiata veloce prima che tramontasse. L’ammmasso è situato al confine con la foce dell’Eridano, e le galassie maggiori sono le ellittiche NGC 1316 (Fornax A), NGC 1374/1380/1387/1399/1404 e la spirale barrata NGC 1365.
In tutto ne ho osservate 19 ma ce ne sono molte di più perché ho saltato tutte quelle nella zona nord della costellazione (dalla 1097 in su per intenderci) perché tanto in quel periodo non erano più alte di come si vedono da noi e quindi cercherò di osservarle con più calma dall’Italia prossimamente.
Anche nella parte meridionale dell’Eridano c’è qualcosa di carino, come NGC 1532, una specie di sombrero ma con un braccio che si allunga verso l’esterno e la piccola compagna NGC 1531 disposta perpendicolarmente al suo nucleo. Probabilmente questa coppia è simile a M51 solo che è vista quasi di taglio invece che di faccia. Poi c’è NGC 1269, una galassia a disco simile a M94, col nucleo luminosissimo e quindi l’alone esterno difficile da vedere per via dell’abbagliamento.
Passando all’Orologio, troviamo la galassia deformata NGC 1249, la spirale barrata 1433, poi la 1448 di taglio, la 1493 di faccia, e la coppia 1510/1512. Insomma ce ne sono per tutti i gusti!
Nella colomba, poco distante dal globulare NGC 1851, c’è un bel trio di galassie allineate nell’arco di un grado e mezzo: NGC 1792/1808/1827.
Poi c’è il Pesce Dorato che, come se non bastasse, oltre alla nube maggiore contiene anche tante belle galassie "normali". Muovendoci da nord verso sud troviamo: NGC 1515 di taglio con a fianco la 1515A di sedicesima, NGC 1566, spirale semibarrata, un gruppo di ellittiche nei suoi dintorni (NGC 1549/1553/1617), e le due spiralette di faccia NGC 1672 e 1703.
Nel Reticolo spicca la splendida galassia irregolare NGC 1313, di 8’ di grandezza. E’ molto luminosa e piena di particolari, con diverse regioni HII ben percepibili. Si può definire come una nube di Magellano in miniatura, e per puro caso si trova anche quasi a metà strada tra loro!
Un’altra galassia dalla forma spettacolare è NGC 2442 nel Pesce voltante. Non serve dire il perché, basta guardare le foto.
Per chi ha ancora voglia di cimentarsi in galassie attaccate a stelle luminose, nella Carena c’è il Fantasma di Miaplacidus, NGC 1822. E, neanche a farlo apposta, anche questa è ellittica!
Nell’altare si trovano tre spirali di discreto rilievo, NGC 6215/6221/6300, mentre nel vicino Pavone ne troviamo una delle più grandi (20’) dell’emisfero sud, ossia NGC 6744. Ma si è rivelata la seconda mezza delusione dopo quella di taglio del Centauro, perché mi sarei aspettato una bestia come M81 o M101, mentre invece le sue spirali sono molto più evanescenti e difficili da scorgere, anche col mezzo metro. Quindi l’ho trovata più simile a una via di mezzo tra NGC 6946 e IC342, pur avendo il nucleo più luminoso di queste due. Rimane comunque un oggetto da guardare assolutamente se si fa una spedizione oltre l’equatore, anche perché c’è il particolare interessante del braccio più esterno a nord che si incrocia prospetticamente con la galassia NGC 6744A di magnitudine 15, una bella sfida!
L’Indiano brulica di galassie medie e piccole, è inutile elencarle tutte ma devo menzionare la bella NGC 7090 di taglio lunga 7’.
Anche nella splendida costellazione della Gru c’è da perdersi, ma vista la stagione poco favorevole per la sua osservazione, mi sono limitato a guardare il gruppo più importante, che è costituito da NGC 7496/7552/7582/7590/7599/7632, oltre alla nebulosa planetaria descritta nella puntata precedente.
Stesso discorso per lo Scultore, che si vedeva basso solo prima dell’alba. La galassia principale (NGC 253) era praticamente tagliata fuori e non l’avrei vista di certo meglio che dall’Italia, per cui ho focalizzato l’attenzione sulle altre grandi galassie compagne del suo gruppo, situate a declinazioni più meridionali e quindi, per fortuna, meglio visibili in quella circostanza.
Le grandi spirali NGC 300 e 7793 sono ovviamente molto belle ma la bassezza non rendeva loro pienamente giustizia, mentre la 55 è stata da urlo! E’ un gigantesco sigarone di mezzo grado che a 125X riempiva tutto il campo, con ben evidente il rigonfiamento irregolare sulla parte occidentale, mentre le due estremità sfumavano e sembrava che non finissero mai! E’ stata indubbiamente la più bella tra le inedite insieme a Centaurus A.
Nella Fenice invece non c’è praticamente nulla, a parte piccolezze riservate agli appassionati di gruppetti come i vari Stephan, Copeland, eccetera. Qui infatti troviamo il quartetto di Robert, le cui componenti hanno magnitudini da 13,8 a 15,0, e i numeri di catalogo sono NGC 87/88/89/92. Addirittura la vicina PGC 1452 è più facile di 3 componenti su 4 del gruppo! (ma perché allora non è stata inserita in un catalogo più "nobile" come NGC o IC?).
Il tour è quasi concluso, adesso arrivano i piatti forti...


NUBI DI MAGELLANO


Prima del viaggio avevo curiosato in un forum di astrofili australiani per leggere i loro commenti sulle due principali galassie satellite della via Lattea, e sono unanimi nel considerarle gli oggetti più spettacolari e ricchi di tutto il cielo, aggiungendo che noi poveracci dell’emisfero nord non abbiamo la minima idea di cosa siano finché non le vediamo! E infatti ho potuto verificare che hanno pienamente ragione. Mi è venuto il dubbio che la mia impressione tendesse a sopravvalutarle un po’ per via dell’ovvio effetto novità, ma sembra che gli australiani non si stanchino mai di vederle sempre, e addirittura c’è chi ha rinunciato alla possibilità di andare a vivere negli USA proprio perché non voleva perdere le sue amichette!
E anche io ormai considero monco un cielo col nucleo galattico rasoterra e senza Nubi di Magellano, e non riesco a non ripensare quotidianamente a tutte quelle ore passate a perdermici dentro.
Un’altra considerazione è che vanno bene per qualsiasi apertura e qualsiasi ingrandimento, perché ogni circostanza ne evidenzia dei particolari diversi:
-a occhio nudo si intuiscono le forme principali: la piccola ha una forma a pera, con la parte più “cicciotta” a SW, mentre la grande è quasi rotonda, con al centro la grande barra luminosa allungata nel verso E-W (un po’ come la lettera greca Theta maiuscola). La nebulosa Tarantola (NGC 2070), a est, è visibile in distolta.
Giusto per rendere l’idea delle dimensioni, per coprire interamente la Grande Nube ci vuole (a braccio teso) un pugno chiuso!
-col binocolo o con un telescopio a bassi ingrandimenti si intuiscono le strutture principali quali i pseudo-bracci, gli oggetti più grandi, le diverse densità stellari, e tutto l’aspetto è brizzolato, cioè si capisce che è un grande insieme di stelle anche se non si risolvono nitidamente.
-coi Dobson si possono approfondire singolarmente tutte le decine di oggetti contenuti, tra nebulose, ammassi aperti e globulari. Essendo galassie giovani e irregolari, sono estremamente ricche di regioni HII, e trovandosi in posizione di faccia (in particolare la grande) non ne è pregiudicata la visione, a differenza della Via Lattea che ci impedisce di vedere gli oggetti in oltre la metà del suo volume perché è di taglio.
In queste nubi è sufficiente muoversi a caso in lungo e in largo per vedere in ogni campo almeno uno o più oggetti, e con un Dobson è un’operazione decisamente facile e divertente. Se invece si vuole identificare per bene ciò che si vede, allora bisogna mettersi con calma con una mappa e operare un minuzioso “object-hopping”!
Pensate che in due sere sono stato a guardare la nube maggiore per ben tre ore consecutive, mi ha totalmente rapito come una droga! Dopo un po’ iniziavo a ripetermi: “adesso basta, devo guardare qualcos’altro”, ma poi continuavo sempre a ripercorrere quell’immenso labirinto avanti e indietro, e alla fine smettevo solo quando diventava troppo bassa sull’orizzonte. Per fortuna che non conviene andare nell’emisfero sud in estate altrimenti se una volta ci andassi a dicembre rischierei di osservare solo lì dentro per tutta una notte!

La nube minore invece si alzava a notte fonda, ed essendo più piccola vale meno questo discorso, e poi c’è il globulare ad attirare l’attenzione!
Per capire che non sto affatto esagerando basta consultare una mappa dettagliata come Google Sky o questo bel mosaico con etichette.
Inoltre grazie a queste illustrazioni non serve che elenchi tutti i singoli oggetti, ma mi basta descrivere quelli principali.
La maggior parte sono catalogati come NGC e IC, anche se ce ne sono alcuni di rilevanti che però sono inseriti solo nei cataloghi specifici per le nubi, come ad esempio il globulare Kron 3, situato prospetticamente vicino a 47 tucanae.
Si nota subito che la Piccola Nube, in proporzione, è più fornita di ammassi globulari, e in assoluto devono essere anche molto grandi vista la distanza. I più grossi sono NGC 330/339/361/416/419. Non illudetevi di risolverli facilmente, sono una sfida ardua esattamente come i globulari del Delfino e della Lince...
Le nebulose maggiori sono NGC 346/371/395, situate nella zona NE. Facili, luminose, contrastate e dettagliate. I filtri UHC od OIII comunque sono sempre utili. A SW invece troviamo NGC 261 e 267, e infine nella periferia a SW, uscendo dalla parte densa della nube, spiccano NGC 456 e 602.

Passando alla sorella maggiore, l’occhio cade automaticamente per prima cosa sulla Tarantola, in uno dei campi più allucinanti di tutto il firmamento, se non il migliore in assoluto. Anche qui, come per il Centauro e la Carena, gli urli che abbiamo tirato al primo sguardo sono da censura.
Stiamo parlando di una nebulosa di 20-30’ con una brillanza superficiale paragonabile a quella di M42 e una quantità di dettagli e contrasti da capogiro, e come se non bastasse è contornata da altrettanta mole di oggetti di vario tipo, e perciò se consideriamo tutto il complesso fino a NGC 2084, si ottiene un campo di circa 1° che è un totale putiferio! Le nebulose che circondano la principale sono NGC 2048/2060/2069/2074/2077/2084, Henize 163/164, poi abbiamo i globulari NGC 2100/2108 e gli ammassi aperti NGC 20372042/2044/2050/2055/2081/2093. Per avere un’idea ci cosa si vede basta prendere un’immagine come quella linkata prima e porla in bianco e nero! E quegli addensamenti di stelle che in foto appaiono blu, in visuale col 50 cm si risolvono bene, creando così un effetto di tappeti di stelle che si intrecciano con le nebulose. Insomma non esiste nulla al nord che possa somigliare a questo incredibile spettacolo!
In quell’area è anche esplosa la supernova 1987A, credo di averne visto il residuo perché mi ero preso nota della posizione esatta (si trova presso NGC 2044) e mi sembra di aver notato una stellina leggermente sfocata, ma per essere sicuro che fosse proprio lei dovrò informarmi meglio. In rete non sono riuscito a trovare nulla circa la possibilità o meno di osservare visualmente questo oggetto.
Anche la zona settentrionale della galassia (la porzione staccata dalla barra principale, per intenderci) è altamente spettacolare, perché ci sono grumi e trame di stelle mescolati a chiazze di nebulose sparse. Perciò questa regione che comprende NGC 1934/1948/1955/2014/2027/2030/2032/2095 eccetera, seppur meno concentrata del complesso della Tarantola, ha poco da invidiare e merita anch’essa di essere gustata per bene.
Altri oggetti e gruppi di particolare rilievo: NGC 1727 e dintorni, NGC 1763 e il globulare 1783, NGC 1770, il trio NGC 1850/1854/1858, rispettivamente ammasso aperto, globulare e nebulosa (trovate un altro caso in cui sia possibile vedere un oggetto per tipo nello stesso campo se ci riuscite!), NGC 1876, la nebulosa a forma di ‘S’ NGC 1910 (per evidenziare bene questa caratteristica ci vuole un filtro, altrimenti le stelle la sovrastano), NGC 1918, il gruppo della 1934, quello della 1965, e infine le nebulose NGC 2018, 2075, 2103 e 2122.


CONCLUSIONI


Spero di aver fornito una buona guida per chi vorrà provare un’esperienza simile. Ritengo che per chi è appassionato di cielo profondo non si tratti di un semplice sfizio ma di un vero e proprio punto di arrivo da fare assolutamente.
Tutti questi commenti li ho scritti successivamente al viaggio basandomi solo sulla memoria, perché durante le osservazioni segnavo solo i numeri di catalogo degli oggetti osservati, ma non appunti particolari. Perciò non escludo la possibilità che ci siano errori di valutazione sui gradi di difficoltà delle visioni, e sarebbe interessante confrontare queste impressioni con quelle di altre persone… o con me stesso quando tornerò! Perché è ovvio che c’è una grandissima voglia di tornare, tutti e 5 abbiamo detto solo “arrivederci”. Non ce la farò di sicuro l’anno prossimo ma ci spero per il 2011, magari in una stagione diversa (agosto o settembre) in modo da poter vedere allo zenit le costellazioni presso il polo sud galattico che ad aprile sono basse.

1 Comments:

At 13 ottobre 2009 alle ore 20:27, Anonymous Mammifero bipede said...

Un solo commento: AAAAARRRRGGGGGHHHHHHH!!!!!!


:-)

 

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