Oggetti australi: ammassi stellari
Namibia 20/26 aprile 2009, seconda parte
Continua il lungo racconto del viaggio in Namibia. La prima parte riguardava una descrizione generale del cielo, ora invece inizio una carrellata dei principali oggetti del cielo profondo situati a declinazioni invisibili o quasi dall’Italia.
AMMASSI APERTI
In questa categoria di oggetti vige una sostanziale parità tra i due emisferi. Iniziamo con la costellazione della Poppa.
Una coppia molto bella di ammassi è formata da NGC 2451 e 2477, facilmente visibili a occhio nudo. Sono belli perché eterogenei: il primo è poco concentrato e composto da stelle brillanti, per cui è ben risolvibile al binocolo, mentre il secondo appare come un batuffolo di luce perché è piccolo e denso, e ovviamente merita di essere passato al telescopio. Anche il 2439, situato presso R puppis, è molto concentrato e bello da vedere ad alti ingrandimenti.
Poi segnalo anche il quartetto formato da NGC 2567, 2571, 2580, 2587, e a nord-est di Naos c’è NGC 2546, un altro ammasso molto grande e sparso, adatto per il binocolo.
E passiamo alle Vele. NGC 2547, a sud di Regor, è facile a occhio nudo e presenta un arco di stelle brillanti (mag. 7-9). Un altro ammasso sparso è IC 2395, mentre IC 2391 (omicron velorum) è addirittura ben risolvibile a occhio nudo perché ha 7 stelle più luminose di mag. 6,5, e in più fa coppia con NGC 2669.
Altri ammassi osservati in questa costellazione sono: NGC 2659, 2660, 2670, 2671, la coppia 2910&2925, IC 2488.
Ci immergiamo quindi nel profondo sud raggiungendo la costellazione della Carena, dove si trova l’artiglieria pesante… NGC 2516 è uno degli ammassi più belli e luminosi in assoluto, ed è anche tra i più appariscenti a occhio nudo (come M44 e il doppio del Perseo, se non di più) perché essendo situato fuori dalla Via Lattea risalta meglio sullo sfondo del cielo. E’ da guardare assolutamente con qualsiasi strumento. E in più si trova anche in una posizione curiosa perché è “indicato” dall’asterismo della falsa croce (che ricordo essere formato da Avior, Turais e delta e kappa velorum).
Entrando nella Via Lattea invece, troviamo altri enormi ammassi che circondano la grande nebulosa della Carena: il primo, a ovest, è NGC 3114, mentre a est c’è il Pozzo dei Desideri (NGC 3532), un enorme pallone pieno zeppo di stelle e di forma ellittica regolare. E’ indubbiamente uno degli ammassi più spettacolari di tutto il cielo.
A sud della nebulosa troviamo le Pleiadi Australi (IC 2602): sono facili da risolvere a occhio nudo (si distinguono una decina di componenti), ma non dicono nulla di più. “Servono” solo per riempire la zona nelle osservazioni binoculari a largo campo. Nella parte nord della costellazione invece troviamo NGC 3293, molto bello perché fa coppia con la nebulosa 3324.
Altri ammassi minori osservati nella Carena: NGC 3247, 3496, 3572, 3590, IC 2714.
Passando alla Croce, devo dire che il famoso Scrigno di Gioielli (NGC 4755) è molto sopravvalutato: in fotografia è bello ma in visuale non è il massimo. C'è comunque un bel contrasto cromatico, con una stella arancione che risalta rispetto alle altre tutte blu. E' facilissimo da vedere a occhio nudo perché molto luminoso e compatto. Ho anche dato un’occhiata veloce agli ammassi più piccoli della Croce (NGC 4103, 4337, 4349, 4439) solo per la cronaca.
Un ammasso che invece merita assolutamente è NGC 3766 vicino a lambda centauri, luminoso concentrato e visibile a occhio nudo.
Non posso non raccontare un episodio curioso e bizzarro, accaduto osservando NGC 5617 col mezzo metro: l’ammasso era attraversato in pieno da una linea luminosa verdognola! All’inizio non riuscivo a capire cosa fosse, non poteva essere né un laser verde né la scia di una meteora… muovendo il telescopio abbiamo capito che si trattava del baffo di diffrazione di Rigel Kent, che dista dall’ammasso ben 1,2°! Aggiungo anche che inquadrando quella stella mi sono abbagliato come se mi avessero puntato in faccia una torcia bianca! O forse è meglio dire che somiglia a due fari di una macchina in lontananza, trattandosi di stella doppia.
Altri ammassi aperti del Centauro: NGC 5138, 5281, 5316, 5460, 5606, 5662.
Al confine tra Lupo e Compasso incontriamo un trio stupendo: NGC 5749, 5822, 5823. Il secondo in particolare, è enorme e presenta le stelle disposte come a formare una serpentina.
Passando per l’Altare, dove troviamo NGC 6193 e la coppia 6200&6204, giungiamo allo Scorpione. Il campo nei dintorni di zeta scorpii è uno dei più spettacolari di tutto il cielo e non ha bisogno di presentazioni. L’ammasso più bello e luminoso è NGC 6231 (si risolve a occhio nudo!), che oltre a essere fenomenale già da solo è ben corredato da Cr 316, NGC 6242, 6268, 6281, e la nebulosa IC 4628 che vedremo in seguito.
Sempre nella parte meridionale dello scorpione, da vedere ci sono anche NGC 6124 e 6259.
Chiudo segnalando alcuni ammassi nelle costellazioni minori non menzionate prima: NGC 2627 e 2658 nella Bussola, NGC 5925 e 6067 nella Squadra, 6025 nel Triangolo Australe.
AMMASSI GLOBULARI
Qui entriamo in un terreno dove l’emisfero australe domina incontrastato, mentre a noi hanno lasciato solo le briciole. Alla prima osservazione a Casera Razzo dopo il ritorno mi è venuto spontaneo soprannominare M3, M5, M13 come “i globulari dei poveri”. Se fino a due mesi prima apparivano grandi, ora sono diventati caccolette dopo aver visto i veri giganti! Basti pensare che questi tre a 120 ingrandimenti e oculare da 70° occupano a malapena metà campo, mentre omega centauri (NGC 5139) non ci sta dentro!
E’ assolutamente impossibile descrivere come sia vedere questo mostro del cielo con 50 cm di apertura in mezzo al deserto, è già stato allucinante per me che ero ben abituato a osservare da cieli di 21,6 e telescopi da 40 cm, non oso immaginare cosa accadrebbe magari se lo vedesse di colpo chi al massimo ha visto M13 come batuffolo sfocato con rifrattorino dalla periferia di città!
L’unico modo che mi viene in mente per definire le proporzioni, è dire che omega centauri sta agli ammassi globulari come Andromeda sta alle galassie a spirale. Infatti, pur appartenendo ufficialmente a quella categoria, di fatto è un oggetto a parte. E’ talmente immenso che non paga neanche guardarlo a ingrandimenti troppo alti perché da 200X in su si vede solo il campo pieno zeppo di stelle con densità uniforme, non ha nemmeno il nucleo! Mentre a ingrandimenti da 100 a 150 rivela tutta la sua struttura "a spugna” con filamenti, addensamenti e intrecci di stelle. E al centro c’è una zona curiosa denominata “farfalla nera” perché è formata da due chiazze scure (le ali) separate da una striscia di stelle in mezzo (il corpo). Di solito non si nota nelle fotografie, tranne in qualche caso particolare come questo.
Poi c’è NGC 104 alias 47 tucanae. Anche con lui abbiamo tirati degli urli come ben poche altre volte è capitato guardando in un telescopio. E’ morfologicamente molto diverso dal precedente perché è concentratissimo e provvisto di nucleo densissimo e luminosissimo. Avevo l’impressione di vedere una struttura composta da due strati: il nucleo come una bolla ribollente (simile al mini-Sole artificiale del film Spiderman 2) avvolto dal guscio esterno.
La cosa che mi impressiona maggiormente però non è tanto l’oggetto grandioso in sé, ma che con tutto lo spazio che c’è nel cielo il caso ha voluto porre vicini prospetticamente il secondo globulare e la seconda galassia (la Piccola Nube). E la sfortuna, che invece ci vede benissimo, li ha piazzati a -72° di declinazione!
Poi, come se non bastasse, sempre lì c’è anche un altro globulare, NGC 362, e anche per esso il caso ha voluto che fosse della stessa classe di concentrazione (III) del fratello maggiore, rendendolo così una copia perfetta in scala ridotta.
Poi troviamo il globulare del Pavone (NGC 6752). Oltre a essere molto grande, è spettacolare anche perché si nota una struttura quasi regolare nella disposizione delle stelle più brillanti: è una specie di girandola, di cui ho contato 6-7 spirali!
L’ammasso dell’Altare (NGC 6397) invece è molto enigmatico, perché se da un lato presenta effemeridi un pelo superiori a quelle di M5 ed M13 (mag. 5,7 per 25’ di diametro), nelle foto non appare grandioso. E non somiglia nemmeno a globulari sparsi come M4 o M55, pur essendo di classe IX. Il trucco sta nel fatto di avere le stelle componenti più luminose di tutti i globulari, perché la sua più brillante è di mag. 10,0.
Sempre nell’altare, troviamo altri due globulari più piccoli: NGC 6352 e 6362.
La costellazione delle Vele offre un globulare di generose dimensioni, NGC 3201, simile a M55 per forma, concentrazione e dimensioni.
Per chi invece preferisce quelli concentrati e brillanti tipo M2 o M75, ci sono NGC 1261 nell’Orologio, il 1851 nella Colomba e l’imperdibile 2808 nella Carena. Quest’ultimo è di classe I eppure si risolve abbastanza facilmente, a patto di avere buon seeing naturalmente.
Come non menzionare poi i due globulari della Mosca (NGC 4372 e 4833), circondati da grovigli di nebulose oscure della Via Lattea?
Chiudo elencando gli ultimi ammassi minori: NGC 2298 (Poppa), 5286 (Centauro), 5824, 5927, 5986 (lupo), 5946 (Squadra), 6101, IC4499 (Uccello del Paradiso), NGC 6139, 6256, 6380, 6388, 6441, 6496 (Scorpione), 6541 (Corona Australe), 6584 (Telescopio).
Addendum (25/06/09)
Dopo queste 1000 parole ho pensato che ci volesse qualcosa per rendere bene l'idea. Sono riuscito a creare delle immagini che simulano nel modo migliore possibile la visione di tre noti ammassi a circa 120-130X, con oculare da 60-70° e 50 cm di apertura. Sono in scala perché ho calcolato le proporzioni dopo aver riconosciuto le stelle di campo. Per avere l'ingrandimento e campo corretto bisogna guardarle da una distanza pari al diametro del cerchio.
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