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Osservazioni astronomiche visuali

giovedì, luglio 30, 2009

Oggetti australi: nebulose

Namibia 20/26 aprile 2009, terza parte


NEBULOSE DIFFUSE


Avete mai notato che tutte le nebulose non planetarie più brillanti si trovano nell’emisfero sud (visto che anche M42 ha declinazione negativa)? Indubbiamente anche nella parte boreale del cielo ci sono diverse nebulose molto belle (Rosetta, Testa di Scimmia, California, Pacman, Nord America, Velo…), ma sono tutte deboli. Sotto l’equatore invece ci sono i mostri di brillanza che si vedono anche facilmente a occhio nudo, compresa perfino una nebulosa extragalattica! Tratterò la Tarantola a parte nella prossima puntata, mentre per ora faccio la lista delle nebulose della Via Lattea percorrendola da ovest verso est come per gli ammassi aperti.
Inizio citando NGC 2467 nella Poppa. Pur essendo visibile senza troppi problemi anche dal nord Italia, è poco osservata. Ingiustamente, perché merita, e meritava un’occhiata anche dalla Farm Tivoli prima di tuffarsi verso declinazioni più profonde.
Nelle Vele incontriamo per prima una nebulosa a riflessione, NGC 2626. Poi c’è il ben più noto residuo di supernova, oggetto enorme ma non molto adatto all’osservazione visuale. La parte più evidente è la nebulosa Matita (NGC 2736), lunga 20’. E’ molto debole e il filtro OIII è indispensabile per apprezzarla bene. Col 25 cm si vede praticamente solo la linea più spessa, mentre col 50 appare anche l’apertura a ventaglio verso ovest. Sempre col filtro, è possibile vedere altri lunghi filamenti (mi pare che l’altro pezzo più abbordabile sia quello vicino a Regor), ma non ho approfondito molto questo oggetto e non so neanche come siano eventualmente catalogate le varie parti oltre alla Matita. Comunque queste nebulose non si avvicinano alla luminosità e alla ricchezza di dettagli dei veli nel Cigno.
E giungiamo alla costellazione della Carena. Prima di passare alla roba forte, cito la poco nota nebulosa di Toby Jug, classificata come IC 2220 e situata vicina all’ammasso NGC 2516. E’ a riflessione ed è associata a una stella di magnitudine 7.
Tornando nei pressi del piano galattico, incontriamo per prima NGC 3199, una splendida nebulosa a forma di arco, discretamente luminosa e molto dettagliata. La parte più densa è molto facile da vedere, ma col 50 cm e l’aiuto dei filtri anche le propaggini esterne più deboli saltano fuori.
Poi c’è la nebulosa “Mistral” (NGC 3324), il cui nome deriva dalla somiglianza con la capigliatura della signora in questione, come potete vedere in quest’immagine.
E’ molto bella anche perché fa coppia con l’ammasso NGC 3293.
Ed è finalmente il turno della nebulosa probabilmente più bella di tutto il cielo, NGC 3372, alias eta carinae. Si estende per un grado e mezzo e se ne percepisce la forma a occhio nudo. Facendo un po’ di conti si vede subito che neanche col 25 cm all’ingrandimento minimo si può contenere tutta. Non raggiunge una brillanza superficiale elevatissima come il nucleo di M42, però è unica in quanto a ricchezza di dettagli: oltre alla grande nube scura a forma di simbolo della Nike che la taglia in due, e alla serratura, presenta un’infinità di altre macchie e sfumature, tutte molto nitide e contrastate.
Inoltre c’è la sorpresa, perché la stella principale è avvolta completamente dalla piccolissima nebulosa “Omuncolo”, generata dall’esplosione del 1841 che portò la stella ad avere una magnitudine negativa! L’avevo sentita nominare prima di andare in Namibia ma non avevo capito bene di cosa si trattasse, e quindi è stata una vera scoperta perché la prima volta a bassi ingrandimenti abbiamo notato degli strani baffetti attorno alla stella che ci hanno fatto temere per la collimazione dello strumento, ma poi ingrandendo abbiamo capito che si trattava di un oggetto reale! E’ una macchiolina a forma di ‘8’ grande pochi secondi d’arco, ed è talmente luminosa da essere ben visibile dai coni. Si tratta quindi dell’unica nebulosa che mostra indubbiamente un colore saturo reale, per la precisione un giallo intenso.
Ciononostante ho voluto ugualmente fare la verifica coi filtri RGB: col rosso la nebulosa grande giustamente sparisce mentre l’Omuncolo e la stella rimangono visibili e appaiono di un rosso saturo. Col filtro verde la nebulosa principale torna a vedersi (grigia) e l’Omuncolo appare verde, infine col blu (che nel mio caso fa passare bene sia la riga dell’OIII che l’H-beta) la nebulosa grande si vede, sempre grigia, la stella si vede blu ma l’Omuncolo scompare quasi del tutto. Quindi i conti tornano e i filtri provano che il giallo è reale, al contrario di quanto accade coi colori illusori di altre nebulose che spariscono coi filtri che dovrebbero corrispondere, o rimangono anche quando si guarda con l’OIII!
Non è finita con la Carena perché ci sono ancora la piccola NGC 3503 e il gruppo di NGC 3576/79/81/82/84/86/3603. Nonostante la grandiosità di immagini come questa, non bisogna farsi trarre in inganno perché sono nebulose molto piccole e in visuale non appare nulla di quella mole di particolari. Si vede solo una serie di chiazze luminose, comunque carine.
Passando al Centauro, nella “zampa posteriore” troviamo un’altra celebre nebulosa dal nome bizzarro: il “Pollo che Corre”, alias IC 2944. In visuale non è molto appariscente ma comunque reagisce bene un po’ a tutti i filtri, perché evidentemente emette in modo equo sia nella banda OIII che H-beta. Posso dire che come dimensioni, forma e luminosità, somiglia un po’ alla Testa di Scimmia (NGC 2174) in Orione. Nella parte nord del Centauro, vicino a Menkent, c’è la nebulosa a riflessione NGC 5367 / IC 4347, composta da tre componenti staccate.
Tornando nella Via Lattea, dopo aver esplorato bene la zona di Carena più lambda centauri, dobbiamo percorrere altri 40° verso est prima di incontrare altre nebulose diffuse, e la prima di queste è NGC 6188 nell’Altare. E’ un po’ strana perché non si tratta di una tipica bolla di gas dalla forma più o meno regolare con un nucleo e dei confini, ma è composta da aree chiare e scure molto estese e poco contrastate. Bisogna quindi “smanettare” un po’ con gli oculari per trovare l’ingrandimento adatto. Se devo cercare una somiglianza al nord, mi vengono in mente le nebulose attorno a Sadr (IC 1318).
Lì vicino, nella Squadra, al di là del confine, c’è un’altra nebulosa molto particolare ma totalmente diversa dalla precedente. Si tratta di NGC 6164, la bipolare. Ha la caratteristica rara di non emettere per nulla nella riga dell’ossigeno ionizzato, perché col filtro corrispondente non si vede nulla! Di conseguenza è l’H-beta, o al limite l’UHC, quello adatto per osservarla. E’ debolissima e le uniche parti che si vedono sono i lobi agli estremi, di cui quello a sud-ovest è il più facile, mentre tutto il resto della nebulosa è fuori dalla portata dell’occhio.
Nella coda dello Scorpione troviamo alcune nebulose molto fotografate ma poco osservate perché non banali anche dal deserto. La prima è IC 4628, situata nella zona di zeta scorpii dove pullulano i meravigliosi ammassi descritti nella puntata precedente. L’ho vista già al cercatore ma è comunque molto debole, appare come un grosso lumacone di 25’.
Altre due nebulose famose, che si trovano dalle parti di Shaula, sono l’”Orma di Gatto” (NGC 6334) e NGC 6357, entrambe difficili e di cui si vedono solo le parti più brillanti e staccate tra loro. La prima ho fatto fatica a riconoscerla perché è grande 40’ e il suo campo non offre molti punti di riferimento per individuare le posizioni delle 4-5 chiazze che la compongono, mentre la seconda è più facile da individuare perché situata presso 4 stelle allineate, ma è ancora più debole. Il filtro suggerito per queste tre nebulose è l’UHC.
Nella zona alta dello scorpione invece ci sono le famosissime nebulose a riflessione del gruppo di Antares, rho ophiuchi e Jabbah (nu scorpii). I numeri di catalogo sono IC 4592/4601/4603/04/05/06. Rho ophiuchi in particolare è bella perché la stella è tripla e la nebulosa abbastanza brillante. Le parti più esterne e deboli delle nebulose però non si vedono direttamente, ma si capisce che ci sono perché coprono le stelle dietrostanti, e perciò appaiono come estese aree grigie che si comportano come nebulose oscure.
Un altro bel gruppo di nebulose a riflessione si trova nella corona australe al confine col Sagittario, in un campo molto fotografato perché in compagnia del globulare NGC 6723 e di una nebulosa oscura, come si può verificare in questa splendida immagine.
Ovviamente a occhio non si vede tutta questa maestosità di particolari, però il trio di nebulose (NGC 6726/27/29) è comunque facile e la terza in particolare è la più bella perché non è centrata su stelle luminose come accade di solito, e quindi risalta meglio.
A questo punto la carrellata della Via Lattea giunge al Sagittario e alle nebulose M8, 20, 17, 16 che non hanno certo bisogno di presentazioni! A parte il fatto ovvio di vederle molto bene perché transitavano allo zenit, non è il caso di dilungarsi su di loro. Faccio invece un piccolo accenno alle nebulose minori: NGC 6559 è la propaggine orientale della Laguna, è difficile però si notano le insenature del bordo. Poi a sud di M24 c’è il trio NGC 6589/90 & IC 1283. Le prime due sono a riflessione e discretamente abbordabili, la terza invece è a emissione e molto difficile.


NEBULOSE PLANETARIE


Almeno in questa categoria di oggetti non c’è molto di eclatante di invisibile dall’Italia. La planetaria più spettacolare situata a declinazioni proibitive è NGC 5189 nella Mosca: si presenta di forma altamente irregolare, simile a una galassia barrata, e molto particolareggiata. Poi ci sono altre gemme che con un po’ di fortuna possono essere più o meno abbordabili anche da noi. Inizio con NGC 3132 nelle Vele, detta “Anello del Sud” per via della netta somiglianza con M57, per forma, dimensione e luminosità. Ma a differenza della sorella più famosa, ha una stella centrale di tutto rispetto di magnitudine 10! Potete quindi immaginare quanto sia bella. Ha una declinazione di -40° e quindi suggerisco agli abitanti del sud Italia di provarla.
Sempre a -40°, nella Gru, troviamo un'altra splendida nebulosa di forma anulare: IC 5148. A differenza della precedente e di M57 però, ha una forma più morbida e un bordo più spesso e “paffuto”, il che la rende simile alla ciambella di Homer Simpson, più che a un anello!
Un altro anello, questa volta “fantasma”, si trova nello Scorpione: NGC 6337. Piccola e molto debole, una bella sfida. Sempre nella coda dello Scorpione ci sono anche il famoso Insetto (NGC 6302), NGC 6072 e 6153.
Nel Lupo troviamo la nebulosa “Retina” (IC4406), famosa per questa spettacolare immagine del telescopio Hubble.
Non bisogna farsi trarre in inganno perché in realtà è abbastanza piccola (0,5’x1’). Ha una forma della tipologia di M27, con “torsolo” e “orecchie”, anche se poi è rettangolare invece che ellittica.
Sempre nel Lupo ci sono anche NGC 5873, 5882 e 6026.
Nella fornace, intrusa tra un tappeto di galassie, si trova NGC 1360, praticamente sconosciuta nonostante sia visibile da tutta l’Italia. E’ molto singolare perché, oltre a essere enorme (6’), somiglia in tutto e per tutto a una galassia ellittica. La stella centrale è visibile.
A una declinazione simile aggiungo anche NGC 2452 nella Poppa, meritevole perché in coppia con l’ammassetto NGC 2453.
Segnalo qualche bella nebulosa a forma a farfalla: NGC 2818 nella Bussola (declinazione -36°), NGC 2899 nelle Vele NGC 5844 nel Triangolo Australe.
Chiudo elencando una serie di planetarie piccole ma brillantissime, bisogna essere abili nel rintracciarle perché a bassi ingrandimenti si confondono con le stelle: NGC 3918 (“Planetaria Blu”) e 5307 nel Centauro, 2792 nelle Vele, 2867, 3211, IC 2448 e 2553 nella Carena, NGC 3195 nel Camaleonte, 5315 nel Compasso e 5979 nel Triangolo Australe.


NEBULOSE OSCURE


La Via Lattea australe pullula di nebulose oscure. La più celebre è il Sacco di Carbone nella Croce, evidentissimo e contrastatissimo perché ha i bordi netti e si trova davanti a uno sfondo molto luminoso. A occhio nudo sembra uniforme mentre già con un 10x50 mostra già una struttura che sembra una serie di pennellate di vernice nera. E’ unica nel suo genere.
L’altra spettacolare nebulosa oscura gigante si trova nell’Ofiuco ed è il Cavallo Nero, le cui zampe sono la Pipa e il Fiume che arriva fino ad Antares. Mi sento come se avessi ancora impressa nella rètina l’immagine del nucleo della Via Lattea con quest’incredibile sagoma scura stampata davanti!
Poi ci sono le nebulose piccole e strumentali: quella più australe è il “Dark Doodad” (non so come si traduca in italiano) nella Mosca, mentre tornando nel nucleo abbiamo in Ofiuco il gruppo della nebulosa "Serpente" (Barnard 72 più B68, 69, 70, 74 di contorno) mentre nel Sagittario le più importanti sono il "Getto d’Inchiostro" (B86) in coppia con l’ammasso NGC 6520, e B92, 93 nella nube di M24. queste ultime sono molto facili e ben visibili anche dai cieli più bui d’Italia, mentre la "Serpente" è meno contrastata e difficile anche dalla Namibia.

1 Comments:

At 18 settembre 2009 alle ore 15:27, Blogger Unknown said...

Bravo Marco!
Apprezzo molto il tuo lavoro, descrizioni complete che rendono l'atmosfera namibiana.

Ciao

Marco Russiani

 

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