Dolada (Carota), 21 gennaio 2006
Meno tre, pianura sotto la nebbia, Binocolo 15x70, Dobson da 40 cm, PowerShot S60 per documentare l'inquinamento luminoso. Fine del report osservativo... :-).
... ma no... ecco i dettagli.
L'occasione della pianura coperta dalla nebbia era da non perdere. Dopo tante prove fatte a casa avrei finalmente potuto verificare il metodo fotografico che uso per misurare la qualità del cielo. Poi c'era da provare per bene i binocoloni 15x70 e infine, ovviamente, la "normale" attività osservativa per la quale ho portato il 40 cm.
C'era l'inversione termica: -3° C al rifugio Carota, quota 1000, -4-5 a fondo valle e -3 in pianura.
Fra me e il 40 non saprei chi soffriva il freddo di più: l'ho caricato all'ultimo momento dal garage a 15°, ho viaggiato con la macchina riscaldata a 22°C (io sono un uomo di pianura, mica come Mirko che per non disturbare lo strumento corre a finestrini aperti!). In ogni caso 20°C di salto termico sono davvero tanti per uno specchio di 5 cm di spessore e 40 di diametro: le stelle erano dei grandissimi palloni a soli 170x. Anche 130x erano tanti. Faceva così freddo che le stelle non erano perfette nemmeno nel 25-cm-specchio-sottile-all'aperto-da-ore di Mirko (che di solito è veloce ad ambientarsi). C'era anche un po' di vento gelido che a tratti scendeva dalla montagna. Fuori fuoco le immagini dei dischi sembravano viste attraverso gli scarichi dei motori d'aereo, tanto erano disturbate. Nel 40 a inizio osservazione si stentava a distinguere le anse di Saturno. Verso mezzanotte e trenta si poteva indovinare si e no la divisione di Cassini. Insomma: uno dei peggiori casi di acclimatamento che io abbia ma sperimentato con il grande dobson. Avrei avuto, in verità, le ventole e le batterie... ma mica potevo stare due ore, delle tre previste di uscita, a raffreddare lo stumento!
Ma andiamo avanti. Montaggio dello strumento. Per curiosità Mirko ha cronometrato: 6 minuti (chiaccherando) da bagagliaio a oculare operativo.
Intanto che Mirko cominciava a cercare la Maffei, io ho cominciato a fare foto per le misure della qualità del cielo (metterò un articolo a parte sul VisualSky). Le due che sono attaccate qua (cliccare per ingrandire) sono del piazzale di osservazione. Sullo sfondo il Dolada, la montagna a Nord. Esposizione di 15 s, F 2,8 400 ISO. I toni corretti sono in queste foto, non nella gif animata di inizio articolo dove sembra che la luce della macchina illumini il Dolada (mentre si tratta solo di un effetto del processo grafico per produrre la gif). Nonostante la neve direi che il buio (seconda foto a luci spente) c'è! La cima del Dolada, innevata, stenta a distinguersi dal cielo.
Poi purtroppo c'è la situazione del fondovalle che documenterò a parte e da cui perviene gran parte dell'inquinamento luminoso locale. Sarà interessante verificare la situazione al piazzale alto del rifugio Dolada, a 1700 metri, quando riapriranno la strada (adesso non praticabile per neve).
Mentre Mirko perdeva le pupille nel tentativo di vedere la Maffei ho cominciato a usare i binocoli 15x70 (nel momento esatto delle due foto lui era con un occhio al dobson, il cellulare all'orecchio, e parlava animatamente con un suo amico il quale sosteneva di averla vista, per capire dove ##### fosse: "... due stelle a destra... e poi diritto...").
I binocoli 15x70 si usano bene a mano libera, come speravo. Basta appoggiarsi a una sedia con le spalle. La Via Lattea invernale è un divertimento come quella estiva. Solo che è più rado che capiti di farci rich field. Molti ammassi e nebulose sono già visibili a occhio nudo (M46 e 47 e alcuni oggetti del Monoceros e dei Gemelli). Non sono stato là a identificarli tutti. Al binocolo erano evidentissimi oggetti deep sky; in fondo come si chiamassero non aveva poi molta importanza. Col binocolo, vicino a M35 io penso di aver visto NGC 2158, ma Mirko dice che era solo un'impressione (sarà, ma la posizione era giusta). Tra le cose notevoli viste con il binocolo: La nebulosità accanto ad AE Aurigae; M1 di cui era evidente anche la forma ellittica; La nebulosa di Orione di cui si vedevano le ali e anche parti molto deboli e sfumate (era quasi un ovetto invece che il solito arco); M33 (non visibile a occhio nudo). Puntando casualmente nel Toro è apparso NGC 1647, un ammasso molto sparso che di solito passa inosservato. Verso Nord la coppia M81 e M82 mostrava chiaramente la forma delle singole galassie. Anche la forma a spirale di M51 si intuiva abbastanza facilmente. Se i rifrattori sono impressionanti per la qualità di trasmissione della luce i binocoli lo sono ancora di più (sempre che abbiano dei buoni trattamenti antiriflesso). Deve essere per via della visione binoculare (chissà... forse si potrebbe fare un dobson binoculare da 2 tubi per 16").
Dopo un po' mi sono accorto che l'abbigliamento non era adatto per i binocoli: i guanti, infatti, erano del tipo che lascia le punta delle dita scoperte: perfetti per regolare il fuoco del telescopio di tanto in tanto (tenendo le mani in tasca altrimenti), ma non adatti per sostenere continuativamente i binocoli. In questo caso infatti le mani stanno sempre esposte e infine si raffreddano. E così ho pensato che fosse il momento di passare al 16" (suggerimento: per i binocoli procurarsi guanti adatti).
La prima occhiata al dobson è stata su Abell xx (dove xx è un numero che solo Mirko sa). Io so solo che era pieno di galassiette! C'erano forse più galassie che stelle. Piccoli piccoli fiocchetti. Peccato che le stelle fossero dei palloncini, altrimenti il contrasto puntini-fiocchetti sarebbe stato molto più efficace. Un'occhiata rapida a M1 per controllare quali stelle fossero visibili. C'erano tutte quelle che avevo già visto lo scorso anno, anzi qualcuna in più, segno che la magnitudine limite era intorno a 16 e che la nuova alluminatura senza coating -ormai con un anno di vita- continuava a fare un ottimo lavoro.
Ho provato anche l'oculare Hyperion da 8 mm. L'impressione è molto positiva: non solo le prestazioni ottiche, ma anche la fattura meccanica è molto buona (e in entrambi i casi il confronto è con un Pentax 10.5 che costa tre volte tanto). Il campo visivo è un po' più ampio (cioè i 68° dichiarati ci sono davvero), non mi sembra che ci siano aloni di luce o riflessi strani. Sembra che regga bene anche i coni di luce aperti (F/4,5) tipici dei grandi dobson. Ovviamente un giudizio definitivo sulle aberrazioni che modificano l'aspetto puntiforme delle stelle in fuoco va un po' sospeso, dato che nel mio dobson le stelle erano palle (e che palle!) e non erano puntini nemmeno sul 10". Però mi sa che Mirko ha fatto un affare...
Abbiamo poi puntato una serie di oggetti un po' più classici, e tutti soffrivano del seeing e del limite agli ingrandimenti. La Gufo aveva gli occhietti un po' confusi, M108 era granulare e con una bella stella al centro. La Eskimo mostrava una traccia di struttura, ma per vedre la faccia serebbero seriviti più ingrandimenti di quelli permessi. Peccato. La differenza di luminosità rispetto al 10" è in ogni caso molto evidente (alluminatura senza coating... finchè dura... e poi via con una nuova! Non ho dubbi).
Mirko ha poi guardato dell'altro, mentre io sono tornato a usare un po' i binocoli. M46, M47 e NGC2423 simultaneamente nel campo di vista. A quel punto siamo passati al dobson per vedere la planetaria dentro M46: brillante e spettacolare. Ricordo di averla vista molto più debole nello SC di 8". Così è tutta un'altra cosa. Orione non lo menziono nemmeno (Mirko è riuscito a vedere la E nonostante il seeing facesse letteralmente chiudere il trapezio).
Infine Mirko ha voluto vedere la Testa di Cavallo (vedi il suo articolo). Ha tirato fuori una delle sue provvidenziali mappe e l'ha centrata (la nebulosa, non la mappa :-). Il filtro che ho è un UHC e la zona non era fuori dell'inquinamento luminoso. La nebulosa è molto sfumata e appena percettibile rispetto al fondo cielo. Con un po' di pazienza, sapendo dove è la testa... si capisce che è un po' più buio. E così possiamo dire di averla vista... nel senso che abbiamo visto una leggera diminuzione della luminostà di fondo del cielo (oppure ve la stiamo raccontando ma tanto non potrete mai verificare :-). Nella testa era rimasto il velo dell'inquinamento luminoso. Penso che in un cielo appena migliore non sarà difficile vederla bene. Ci riproveremo dal piazzale alto del Dolada.
Mirko poi è andato a cercare altre galassiette e si lamentava che non ci vedeva più bene... e per forza: ci ervamo dimenticati il filtro UHC! Io non ci vedevo più dal freddo e quindi...
1 Comments:
Mauro, quella sera il dobson dovevi usarlo sulle galassie non sui pianeti!!
Se c'è vento si punta sulle galassie!
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